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Come si sta seduti secondo l’etichetta?

Come sappiamo, nella cultura giapponese si da molta importanza al rispetto delle regole (e dovrebbe essere così anche da noi… n.d.r) e di conseguenza anche lo stare seduti durante i momenti di pausa o saluto nella pratica dell’Aikido ha le sue.

Ricordo Endo Sensei, in un suo stage a cui ho partecipato, durante una spiegazione tecnica riprese in maniera energica e severa un praticante che stava seduto con la schiena appoggiata alla parete e le gambe distese. Dopo averlo rimproverato ribadì che non è ammissibile mancare di rispetto in quella maniera e che anche questo fa parte della pratica dell’Aikido.

Ho trovato in rete un piccolo contributo che mostra le varie forme “ammesse” secondo la linea di studio di Ikeda Masatomi Sensei.

Buona consultazione e come sempre prendiamo spunto di riflessione.

 

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lo spirito dell’aikido

LO SPIRITO DELL’ AIKIDO

L'immagine può contenere: sMS

Di definizioni dell’Aikido e storie del suo fondatore ce ne sono a bizzeffe su internet. Ma spesso nelle parole e nelle descrizioni dotte si perde l’essenzialità primigernia che esso emana. L’Aikido presenta un fascino, un mistero tutto suo. Mai come nell’Aikido disciplina e filosofia avevano raggiunto un tale livello di compenetrazione. Va detto che le arti marziali in genere non sono semplici sistemi di combattimento. L’arte marziale è anche combattimento naturalmente. Ma è anche e soprattutto una disciplina di crescita interiore. Una via dell’equilibrio che deve ripercuotersi nel confronto con gli altri. Paradossalmente

 

progredire nelle arti marziali vuol dire, secondo molti maestri, considerare la violenza l’estrema ratio. Ed anche in quel caso solo per un fine più alto e mai col compiacimento della canaglia e del picchiatore, e sempre in proporzione al fine da raggiungere. Ma ancora prima della violenza c’è riportare la sincronia tra il corpo e la mente. La riscoperta dell’attenzione e di una fluidità dei gesti che purifica anche il processo mentale rendendolo meno fissativo. La canalizzazione dell’aggressività in qualche modo la trasforma in energia che non ingorga i processi del cuore. Ma nell’Aikido il livello esoterico e spirituale sembra giocara un ruolo ancora pioù potente che in altre arti marziali. O almeno raramente questi principi e simbolismi spirituali sono stati rivelati ed espressi così esplicitamente. L’Aikido con le parole del suo fondatore in un certo senso preme il piede sull’accellazione..

“L’Aikido è la Via dell’Armonia. Accomuna persone di tutte le razze e manifesta la forma originaria di tutte le cose. L’universo ha una sola fonte, e da essa sono fuoriuscite tutte le cose in uno schema cosmico. Alla fine della seconda guerra mondiale, si è reso evidente il bisogno di una purificazione profonda del mondo dalla sozzura e dalla degradazione, e per questo motivo è nato l’Aikido. Per eliminare la guerra, la falsità, l’avidità e l’odio, gli déi della pace e dell’armonia hanno mostrato il loro potere. Su questa terra, tutti noi facciamo parte della stessa famiglia, e dovremmo operare assieme affinché la discordia e la guerra scompaiano. Senza l’Amore, la nostra nazione, il mondo e l’universo saranno distrutti”..

L’Aikido vuole essere più radicale escludendo il “culto della morte” che è uno degli aspetti sotterranei di molta cultura marziale. Questo tema è complesso e più essere facilmente fraiteso. L’arte marziale è giustamente vista nella sua ricchezza e nel suo essere via di accrescimento umano, mentale , corporale. Ma nel DNA dell’arte marziale c’è sempre una qualche connessione con l’antica arte del combattimento, specie tra le arti marziali giapponesi e il Bushido, con la sua suggestiva visione del mondo. Lo specchio cromatico dell’antico mondo marziale era, nella sua ampiezza, anche uno specchio in stile karma-yoga, quasi azione-non-azione. Una sorta di lato oscuro se vogliamo semplificare all’estremo, che in alcuni momenti ha portato al culto del combattimento come opera d’arte, all’idea del sacrificio del guerriero impassibile. Il nichilismo sterile e abietto di un Mishida nasceva anche da uno delle radici dell’antico spirito marziale. Il brutale militarismo giapponesi, la sottomissione da schiavi all’Imperatore-Dio, la rigidità soffocante delle convenzioni, la radicalità del Kamikaze nasceva anche dal “culto della morte” che era una parte dell’antico spirito guerriero orientale. Del resto rivendicato con consapevole orgoglio da alcuni maestri e guerrieri del tempo antico. Qualche residuo del culto della morte non è mai del tutto scomparso dalle arti marziali, almeno come antica memoria inconscia, pur essendo stato il ruolo delle arti marziali, specie nella loro riscoperta degli ultimi secoli molto più “spinte” sul lato dell’accrescimento e dell’evoluzione spirituale. La mia impressione.. ed è un’opinione personale che si apre ai colpi di bazooka che vorranno lanciare i “puristi” delle arti marziali è che con Ushida e l’Aikido si attua la purificazione totale, il completo sradicamento di qualsiasi influeza e legame con il Culto della Morte. Ecco perché, ad esempio, la via dell’Aikido non è paragonabile alla via dei Samurai, che del Culto della morte è intrisa. Il Culto della morte diede vita all’estetica del sacrificio, all’estetica della morte eroica quasi come atto di teatro. Nel codice dei samurai, come in tanti altri testi di quelle epoche, si vagheggia un guerriero quasi inumano, liberato dalle passioni, indifferente nel vivere e nel morire. Soprattutto indifferente nel dare la morte. Anzi la minima esitazione a non dare la vita per il proprio signore feudale era indicata come debolezza intollerabile nel guerriero samurai. Ricordiamolo, i frutti marci del fanatismo guerriero del giappone moderno vennero da quel frutto sterile. La “gioiosa” morte di migliaia di giovani sull’altare di un culto idolatra venne anche da questo. I campi di concentramento giapponese dove vennero spediti i prigionieri dei paesi orientali conquistati vennero anche da questo. Con l’Aikido si giunge al completamento di un lungo percorso di purificazione. Già il Culto della Morte è sostanzialmente minoritario da lungo tempo nelle arti marziali. L’Aikido lo abbatte frontalmente. Nessuna conciliazione è più possibile con il tronco sterile, con l’arte del martirio, con l’estetica del dolore e del sacrificio, con il militarismo fanatico. L’Aikido si presenta come una forza al servizio della vita, una forza umanista. Come dice un maestro:

“Tutta la vita è una manifestazione dello spirito, la manifestazione dell’amore. E’ l’Aikido è la forma più pura di tale principio. Un guerriero ha il compito di fermare ogni contrasto e conflitto. L’amore universale opera sotto molte forme ; ogni manifestazione dovrebbe esser libera di esprimersi liberamente. L’Aikido è vera democrazia. Il vero Aikido consiste nel non sacrificare nemmeno uno dei vostri guerrieri per sconfiggere un nemico. Sconfiggete i vostri avversari mantenendovi sempre in una posizione sicura e inattaccabile ; solo allora non ci saranno perdite. La Via del Guerriero, l’Arte della Politica, consiste nel risolvere il problema prima che salti fuori. Implica la sconfitta spirituale degli avversari, facendo loro capire la follia delle loro azioni. La Via del guerriero genera armonia.”

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la festa dei bambini

Shichi-Go-San-01-300x200

In novembre molti genitori portano i loro bambini ai templi scintoistici. Il 15 era il giorno di “Shici-go-san (settecinquetre)”; e i bambini portati ai templi hanno tre, cinque e sette anni; i genitori li portano per presentarli e ringraziare gli dei scintoistici della loro salute e del loro stato e per festeggiare insieme l’evento. L’origine di questa tradizione è riferita alla difficoltà di

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Aikido…

Significato del termine 合氣道 (aikido)

AI-KI-DO

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Nara

un festival chiamato Kasuga Wakamiya Onsai oppure Kasuga Wakamiya On-Matsuri.

ecco il racconto di un viaggiatore in Giappone nella città di Nara,

tratto dal sito http://www.jappone.com/blog/giappone/cultura/

Merita di essere menzionata questa festività in quanto sono certo che chiunque sia in Giappone, magari nella zona del Kansai, verso la metà di dicembre non voglia perdere l’occasione di vedere ciò che cerco di illustrare in questo post.
Il On-Matsuri è un festival celebrato al sacrario di Wakamiya-jinja situato al gran sacrario di Kasuga Taisha.

anche il poliziotto è incantato

ecco

anche il poliziotto è incantato

saluto alla folla

saluto alla folla

Festival di Kasuga Wakamiya Onsai

Festival di Kasuga Wakamiya Onsai

Il Kasuga Taisha è un sacrario di Nara costruito nel 768 e ricostruito diverse volte nell’arco dei secoli. E’ il sacrario della famiglia Fujiwara, famiglia che in diverse occasioni ha coperto incarichi come sessho (reggente di un imperatore giovane) o kampaku (reggente di un imperatore adulto). L’interno del sacrario è famoso per le numerose lanterne di bronzo e per le tante lanterne in pietra che portano al sacrario. Lo stile architettonico è il Taisha-zukuri che prende il nome proprio dal sacrario di Kasuga. Il sacrario, assieme alla foresta di Kasugayama, è registrato come patrimonio mondiale UNESCO come parte dei monumenti storici dell’antica Nara.

un guerriero a cavallo

un guerriero a cavallo

i tempi moderni si vedono dal cellularte :-P

i tempi moderni si vedono dal cellulare :-P

fierezza fin da piccoli

fierezza fin da piccoli

Il On-matsuri fu organizzato per la prima volta nel 12-esimo secolo a seguito di un’epidemia. Preghiere venivano offerte per eradicare la piaga e per un buon raccolto. Questo festival è uno dei maggiori eventi della prefettura di Nara e attrae ogni anno centinaia di migliaia di persone.

Le feste durano quattro giorni ma le attrazioni maggiori si hanno il giorno 17, conosciuto come il Hon-Matsuri. Esibizioni di kagura (musica dedicata agli dei) e bugaku (musica di corte accompagnata da danze tradizionali).
Da non perdere assolutamente è la processione “Jidai Gyrotesu” dove vengono riprodotte abitudini e modi delle varie ere da oltre 500 persone in costumi d’epoca. La processione inizia alle 12 e si svolge sulla via principale e arriva al sacrario. Arrivando alla stazione di Nara con la linea Kintestu basta uscire dalla stazione stessa e mettersi ai bordi della strada per poter ammirare il passato storico di Nara passando dal periodo Heian fino al periodo Edo, cioè dal nono al diciannovesimo secolo.
Una volta passata la lunga processione (molte persone anche a cavallo) consiglio di passare per lo shotengai, che si può facilmente vedere (la galleria subito fuori la stazione), e passare dall’altra parte dove la processione passerà poco più tardi e potrà essere gustata per una seconda volta :-D

presto si congiungeranno alla processione

presto si congiungeranno alla processione

giovane samurai a cavallo

giovane samurai a cavallo

energia non le mancava

energia non le mancava

La stradina è stretta e la gente è veramente molta… bancarelle affiancano la processione. Non ho perso tempo per gustarmi alcune delizie :-P
Man mano che passa la processione consiglio di seguirla per arrivare al Kasuga-taisha e seguire le varie celebrazioni. Lungo il percorso sarà possibile ammirare ulteriori costumi e il parco dei cervi.

bancarelle con tako-yaki

bancarelle con tako-yaki

la folla era veramente grande :-D

la folla era veramente grande :-D

Il Todai-ji con il grande Buddha è vicino e può essere visitato tranquillamente nel pomeriggio.
Ho fatto un salto al Todai-ji (sarà la sesta o settima volta che ci vado ormai) e poi sono ritornato al sacrario per vedere le celebrazioni. Veramente difficile vedere bene a causa della tanta gente presente.
Unico neo della giornata era il tempo non particolarmente bello che aveva costretto diverse persone in costume di coprirsi con degli impermeabili. Anche al sacrario diversi oggetti esposti all’aperto erano coperti da teli… sarà per l’anno prossimo?
Sulla sera poi sono ritornato a Osaka fermandomi per un okonomiyaki… non uno qualunque ma quello che uso gustare da quando sono arrivato in Giappone: quello preparato al Fugetsu di Tsuruhashi, la casa madre di questa catena di okonomiyaki.
 

 

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i ventagli da guerra

in realtà era un' arma

tessen.jpgNoi occidentali siamo abituati ad usare il ventaglio per proteggerci dalla calura e dare un po’ refrigerio al viso. Nell’estremo Oriente, e quindi non solo in Giappone, il ventaglio veniva usato anche con altre funzioni tra le quali la difesa personale, l’offesa e, addirittura, come mezzo di comunicazione: è il ventaglio da guerra.
Del suo utilizzo, come arma, si trova già traccia nella mitologia dove non mancano duelli in cui uno dei contendenti non utilizzi un tipo di ventaglio da guerra. Ma è nell’epoca feudale, specialmente nel periodo di Edo, che questa arma ebbe il suo momento di gloria.
I ventagli di guerra erano usati principalmente come arma di difesa, ma, in taluni casi, anche come arma perl’attacco. Altro importante suo utilizzo era quello di trasmettere a distanza gli ordini dei comandanti durante una battaglia, ma questa funzione cadde presto in disuso quando nacqueto sistemi di comunicazione più pratici e sicuri.
Di questi tipi di ventagli, ce ne erano di varie forme (pieghevoli e non, piccoli e grandi, con fiocchi di stoffa) e di vario materiale (metallo, bambù, carta, rame, bronzo, legno).
Il tipo più conosciuto è forse il tessen che apparteneva all’arsenale personale di ogni Samurai. Il tessen poteva consistere in un ventaglio pieghevole (menhari-gata) o in una specie di randello che, a prima vista poteva sembrare un normale ventaglio pieghevole chiuso, ma era fatto di un unico bastone di metallo o di legno duro (tenarashi-gata). Per il basso prezzo, la maggiore efficacia e durata, i Samurai preferivano il tenarashi-gata che era usato anche dal corpo di polizia.
Ai samurai era impedito di portare spade, pugnali e altre armi in determinate situazioni: per esempio quando andavano a far visita ad un samurai di rango superiore o quando entravano in determinate aree della città. In questi casi il tessen, che i samurai potevano tenere con sè, assumeva una grande importanza come arma di difesa personale.
Esiste anche un’arte marziale, il tessenjutsu, che si basa sull’uso del tessen. E’ tuttora praticato in Giappone, seppure non sia molto diffuso, ma durante il periodo feudale il combattimento con i tessen erano molto frequenti e pare che, per esempio, un famoso spadaccino del 16° secolo fosse molto abile con il tessen di metallo.

Esistono altri tipi di ventagli da guerra:
– l’uchiwa, un ventaglio di metallo o legno, portato dagli alti ufficiali e che aveva varie funzioni (scudo contro le frecce, protezione dal sole e per trasmettere ordini ai soldati);
– il gunsen, ventagli pieghevoli, portati dai soldati, avevano le stecche interne di bronzo, o altro metallo, e quelle esterno di ferro;
– il saihai, usato nell’esercito per trasmettere ordini di spostamento delle truppe. Era composto da un ciuffo di stoffa attaccato ad un bastone.

Oltre a questi tipi di ventagli usati in ambiente militare, bisogna anche citare l’harisen, un ventaglio di carta, spesso di grandi dimensioni, usato principalmente nelle commedie teatrali e negli anime. Frequentemente lo si vede usato da un personaggio come arma da usare sulla testa dell’avversario producendo così un effetto comico e divertente per il pubblico.

 

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Vizi di postura e atteggiamento

Trascrivo, al fine di riflessione, quanto scritto dal Maestro Tada su di un cartellone esposto durante un suo seminario in proposito delle scorrette posture sia fisiche che di comportamento che molti di noi si portano dietro durante la pratica.

Per chi volesse conoscere più in dettaglio la storia del personaggio storico sotto menzionato lo può fare a questo link:

http://www.musubi.it/index.php/koryu/maestri/421-nobutsuna

"

Dagli insegnamenti di Kamiizumi Isenokami (maestro di spada del XVI secolo) sui vizi di postura e movimenti sbagliati dei principianti:

  • colpire distrattamente e senza convinzione
  • affrontare l'avversario con spirito di contrapposizione
  • non tenere la spada saldamente
  • tempo sbagliato ed insicuro del colpo
  • piegare la schiena
  • irrigidire il corpo
  • trascinare i piedi e le gambe
  • fare gesti frettolosi
  • avere dubbi sulle intenzioni dell'avversario
  • avere timore, essere insicuro
  • mettere tensione nelle spalle
  • essere pieni di se.

"

e su questi punti, come sono solito concludere, meditate gente meditate.

 

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Shihonage – punti di presa

Consiglio a titolo storico di leggersi l'articolo di Stanley Pranin che mette in evidenza come la presa di Shihonage sia stata modificata da O'Sensei prima e dopo la guerra.

http://blog.aikidojournal.com/2013/09/12/watch-where-you-put-your-hands-shihonage-revisited-by-stanley-pranin/

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Hiroshima e Nagasaki 68 anni fa…

Il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki

 
Print Friendly Un bellissimo articolo sulla memoria per non dimenticare …Osvaldo
 

L’attacco atomico alla città giapponese di Hiroshima, insieme a quello su Nagasaki, avvenuto qualche giorno dopo, è un episodio che ha segnato profondamente la storia. L’ordigno, lanciato dall’Aeronautica militare americana alle 8.16 del 6 agosto 1945, durante il Secondo Conflitto Mondiale, ha causato la morte di circa duecentomila persone, per lo più civili. Le implicazioni etiche di tale grave episodio sono state tante, perché per la prima volta, durante un conflitto bellico, si è utilizzata un’arma di distruzione di massa come la bomba atomica.

Hiroshima, 6 agosto 1945: lo scoppio della bomba atomica

Hiroshima, 6 agosto 1945: lo scoppio della bomba atomica

Secondo il punto di vista degli Americani i bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki erano stati previsti per accorciare i tempi della Seconda Guerra mondiale, risparmiare parecchie vite tra i militari e i civili ed evitare l’invasione da parte del Giappone. L’opinione pubblica giapponese, invece, è di un altro avviso: si tratta di un vergognoso crimine di guerra messo in atto per portare alla resa il Giappone. Resta il fatto che un simile episodio non si è mai più replicato durante i conflitti bellici.

Gli Stati Uniti avevano testato la bomba atomica nel corso di un progetto scientifico-militare denominato “Manhattan”: una bomba di prova fu esplosa nel Nuovo Messico il 16 luglio 1945. Gli episodi di Hiroshima e Nagasaki si ricordano per le modalità e l’arma utilizzate, ma gli Alleati erano soliti colpire gli avversari con bombardamenti che causavano tantissime perdite umane (è noto in Germania il bombardamento di Dresda, mentre in Italia furono pesantemente colpite città come Catania, Napoli, Bari, Messina e Foggia).

Nell’estate del 1945 ad essere distrutte furono le due città di Tokyo e Kobe. Gli Stati Uniti decisero di non “sprecare” la bomba atomica contro un arsenale militare, ma di puntare ai centri abitati per sfruttare gli effetti psicologici che l’episodio avrebbe avuto sulla popolazione ed il governo giapponese.

Per questo fu scelta Hiroshima, che a quell’epoca era un centro strategico dal punto di vista militare, ma anche un polo industriale molto produttivo. Gli Alleati scelsero questa città come obiettivo perché nei dintorni non vi erano campi di prigionieri di guerra. Al momento dello scoppio della bomba atomica, avvenuta il 6 agosto, pare che ad Hiroshima ci fossero circa 255 mila abitanti, anche se questa stima risulta alquanto approssimativa.

 

Il dopo-bombardamento

L’avvicinamento dei velivoli americani nello spazio aereo giapponese fu subito rilevato dai radar, ma poco prima del lancio della bomba l’allarme fu ridimensionato perché gli aerei non erano bombardieri, quindi potevano essere facilmente tenuti sotto controllo. L’esplosione della bomba atomica avvenne a 580 metri dal suolo, e lo scoppio violentissimo provocò la morte di circa ottantamila persone. Il 90% della città fu rasa al suolo, e le fiamme divorarono in pochissimo tempo la maggior parte degli edifici presenti.

Una foto di Hiroshima rasa al suolo dalla bomba atomica

Una foto di Hiroshima rasa al suolo dalla bomba atomica

Dal quartiere generale di Tokyo non si resero subito conto dell’accaduto: la linea telegrafica centrale era saltata e non vi era possibilità di raggiungere Hiroshima in alcun modo. Un ufficiale di volo fu mandato ad effettuare un sopralluogo e riferire cosa fosse successo. A circa 160 km dalla città l’ufficiale ed il suo copilota notarono con stupore i resti che la bomba atomica aveva lasciato.

Dopo aver informato Tokyo, furono organizzati subito i soccorsi. Le persone sopravvissute (circa il 20% della popolazione) morirono successivamente per avvelenamento a causa delle radiazioni e per le necrosi sopraggiunte. Il presidente americano Harry Truman si aspettava che il Giappone si arrendesse alle loro condizioni, e per fare piegare i giapponesi organizzò una campagna di avvertimento in tutta la nazione tramite volantini ed appelli radio.

Nagasaki, 9 agosto 1945: il fungo atomico

Nagasaki, 9 agosto 1945: il fungo atomico

Dopo che l’Unione Sovietica dichiarò guerra al Giappone, l’America pianificò il secondo attacco, che venne attuato il 9 agosto 1945 contro la città di Nagasaki. I due gravissimi episodi, verificatisi a breve distanza l’uno dall’altro, piegarono il Giappone alla resa, che avvenne il 15 agosto 1945: la Seconda Guerra Mondiale era ormai terminata.

Perché la bomba atomica?

Il dibattito sull’utilizzo della bomba atomica durante il conflitto bellico vide schierati da una parte i sostenitori, dall’altra gli oppositori. Secondo il punto di vista di alcuni studiosi, se la bomba atomica doveva essere un “avvertimento” le stragi di Hiroshima e Nagasaki potevano essere evitate scegliendo di lanciarla in una zona non abitata. Alcuni storici considerano gli episodi di Hiroshima e Nagasaki come veri e propri atti di terrorismo di stato.

La città di Nagasaki prima e dopo la bomba atomica

La città di Nagasaki prima e dopo la bomba atomica

Alcuni invece ritengono che l’uso della bomba atomica sia stato inutile, visto che i Giapponesi nella realtà erano già stati sconfitti. Per altri commentatori la bomba atomica che ha colpito le due città giapponesi era un chiaro monito anche per l’Unione Sovietica. Insomma, a quanto pare ci sono anche elementi di strategia militare che hanno determinato la scelta di un arma di distruzione di massa, ma comunque la si guardi la storia la ricorderà come una scelta deprecabile.

 

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le feste in Giappone

祭り
Festività

GENNAIO
Shōgatsu (Anno nuovo) – I primi giorni del nuovo anno rappresentano una festa molto importante in Giappone, ricca di segni di buon auspicio. La casa viene pulita da cima a fondo (susuharai) per eliminare tutte le impurità fisiche e spirituali del passato e si mettono ai due lati della porta dei rami di pino (kadomatsu). Si appende inoltre una fune di paglia con striscioline di carta (shimenawa), per evitare agli spiriti maligni di entrare nella casa. Durante questa festa si mangiano omochi (riso bollito lavorato fino a formare delle palline) grigliati o in una zuppa chiamata ozoni

Tutti i preparativi devono essere fatti entro l’ultimo dell’anno, poi tutti i negozi chiudono e seguono tre giorni di vacanza chiamati Shōgatsu Sanganichi in cui lavorano solo gli addetti ai servizi primari (trasporti ad es.) e in occasione dei quali ciascuno ritorna alla propria casa.

Chi desidera può ascoltare a mezzanotte il Joya no kane, cioè i 108 rintocchi della campana (tsurigane) del tempio buddista. Altrettante sono le pene dell’uomo e ascoltando tutti i rintocchi ciascuno può esserne liberato.

Il primo dell’anno si fa visita ad altre famiglie a cui c’è l’usanza di donare un’offerta in denaro (otoshidama). In questi tre giorni molte persone visitano i santuari locali  (hatsumairi), spesso indossando il loro kimono.

Un’usanza molto diffusa è spedire agli amici una cartolina di buon anno chiamata nengajō.

 

15, Seiji no hi (Giorno della maggiore età ) –  Si festeggiano tutti i giovani che nell’anno compiono 20 anni. Questo evento segna il passaggio all’età adulta; inoltre I giovani possono cominciare a votare, bere e fumare. In questo giorno di festa nazionale le ragazze indossano il loro furisode.

 

 

FEBBRAIO

3, Setsubun – Si celebra un giorno prima dell’inizio della primavera secondo il calendario lunare e non è una festa nazionale. Per secoli i giapponesi hanno compiuto riti con lo scopo di cacciare gli spiriti malvagi. Durante il periodo Kamakura si tenevano lontani gli spiriti con l’odore di sardine bruciate, fumo e rumore di tamburi. Oggi il rito più diffuso è gettare fagioli tostati intorno alla casa e ai templi gridando: "Oni wa soto! Fuku wa uchi!" (demoni fuori, felicità dentro). Poi si raccoglie un numero di fagioli pari all’età e si mangiano.

11, Kenkoku kinenbi (Anniversario della Fondazione della Nazione);

14, Valentine’s Day – Solo le donne regalano cioccolata agli uomini, anche ai colleghi e al capoufficio.

 

 

MARZO

3, Hina matsuri (Festa delle bambole) – In questo giorno le famiglie augurano alle loro figlie successo e una vita felice. Questa festa ha origine in Cina, dove si pensava che la sfortuna sarebbe passata dalle ragazze alle bambole. Le bambole (hina) sono esposte nelle case insieme a fiori di pesco, in casa si beve sake dolce e si mangia chirashi sushi.  
 

14, White Day – Gli uomini regalano cioccolata alle donne.

 21, Shunbun no hi (Equinozio di primavera) – Festa nazionale.

 

 

APRILE E MAGGIO

Hanami 

È il “rito” di contemplare i ciliegi in fiore durante tutto il mese; in autunno c’è il Kōyō, cioè la contemplazione delle foglie colorate degli aceri.

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La Settimana Dorata:

  • 29 aprile, Midori no hi (Giornata della natura)

Anniversario della nascita dell’imperatore Hirohito, trasformata dopo la sua morte in una festa nazionale dedicate all’ambiente che lui amava moltissimo.

  • 3 maggio,  Kenpō kinenbi (Anniversario della Costituzione)
    Entra in vigore la Costituzione del 1947.
  • 4 maggio, Kokumin no kyujitsu (Giorno centrale – ponte per far continuare la Golden Week)
  • 5 maggio, Kodomo no hi (Giorno del bambino)

È il corrispondente maschile della festa delle bambole, in cui I genitori augurano ai loro figli maschi un futuro felice. Vengono appese fuori carpe di carta e esposte in casa bambole che raffigurano samurai a simboleggiare potere e successo.

 

 

LUGLIO

 

7, Tanabata matsuri – Secondo la leggenda, le stelle Kengyu (Altair) e Shokujo (Vega) che sono separate dal fiume del cielo Ama no gawa (la Via Lattea), lasciano il proprio posto per  incontrarsi. Shokujo era una principessa figlia di un re celeste e di una tessitrice: un giorno mentre tesseva un abito per il padre alzò lo sguardo e vide un pastore che vegliava sulle sue mucche. Attratta dal giovane lasciò il suo lavoro e andò a conoscerlo. I due si innamorarono e decisero di sposarsi: la principessa smise di tessere e il giovane smise di guardare le mucche. Il re decise allora di separarli costringendoli a stare sulle due diverse sponde della Via Lattea e permettendo loro di incontrarsi solo una volta all’anno. La principessa era disperata perché non c’era alcun ponte ad unire le due sponde, così uno stormo di gazze si affollò tra le due rive consentendo ai due di attraversare il fiume. In passato le ragazze chiedevano alla principessa di diventare abili nella calligrafia e nella tessitura e i contadini chiedevano al pastore un buon raccolto. Rami di bambù vengono appesi fuori dalle case e decorati con esempi di calligrafia e kimono di carta come tributo alla principessa.
Terzo lunedì del mese, Umi no hi – Festa nazionale introdotta da poco, per celebrare l’oceano.

 

AGOSTO
14 – 16, Obon – È conosciuta dagli stranieri anche come Festa delle Lanterne, ma ricorda la ricorrenza di Ognissanti. Gli spiriti degli antenati morti fanno visita agli altari dedicati a loro nelle case dove vengono poste speciali offerte di cibo. Al tramonto del 16 del mese lanterne di carta colorata vengono accese e lasciate sul fiume affinché proteggano gli spiriti durante il ritorno verso la terra dei morti. In vista dell’Obon, le case e i cimiteri vengono puliti e si acquistano decorazioni, cibo e offerte presso il mercato allestito per l’occasione. Le decorazioni sono costituite da rami di pino e sakaki, entrambe piante sacre, insieme agli omochi (riso bollito lavorato fino a formare delle palline), frutta e incenso. Nei templi e nei cortili delle scuole si fa una danza comunitaria detta Bon Odori: i movimenti della danza sono scanditi  dai canti e da un grosso tamburo. Di solito i partecipanti a questi eventi indossano lo yukata. I bambini amano gli hanabi, piccoli petardi accesi in occasione di ritrovo in famiglia.

 

 

SETTEMBRE E OTTOBRE

Terzo lunedì del mese, Keirō no hi (festa dell’anziano) – Festa nazionale.

23, Shubun no hi (Equinozio d’autunno) – Festa nazionale (in questo periodo si contempla la luna, Tsukimi).

Secondo lunedì di ottobre, Taiiku no hi (Giornata dello sport) – Anniversario dell’apertura dei giochi olimpici del ’64 a Tōkyō.

 

 

NOVEMBRE

3, Bunka no hi (Giorno della cultura).

15, Shichigosan (7, 5, 3) – Non è una festa nazionale, ma un giorno dedicato alle bambine di 3 e 7 anni e ai bambini di 3 e 5 anni, che visitano i santuari indossando il kimono, in occasione della quale si augura loro una crescita forte e sana. 

23, Kinro kansha no hi (Giorno di ringraziamento per il lavoro) – Festa nazionale.

 

 

DICEMBRE

23, Tennō no tanjōbi (Compleanno dell’imperatore) – Festa nazionale che cambia in base alla data di nascita dell’imperatore sul trono.

25, Christmas (Natale) – Non è una festa nazionale né religiosa, ma una giornata da trascorrere insieme al proprio partner.

 

 

 

 

 

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