• 3484007614
  • ezio@franchinosrl.com

Archivio degli autori

le interviste di Ovo San con il M° Alessio Autuori

img246

Amici aikidoki riecco le avventure del Vostro Ovoreporter, dopo una piccola pausa  mi sono rimesso in Viaggio alla ricerca di nuove  interviste.
Ho avuto il piacere di conoscere personalmente Alessio AUTUORI 4° Dan – che arriva dalla bellissima città di Salerno.
Un’incontro nato a Cogoleto (GE), grazie ad Alessio Candeloro promotore dell’Aikido on the Sea dove ho potuto verificare di persona le qualità di Alessio, e la sua conoscenza tecnica insomma un fantastico Aiki-uomo.

index

Ma cominciamo a conoscerlo …
Comincia la pratica dell’Aikido nell’ottobre del 1993 sotto la guida del M° Ezio Antonucci dell’Aikido Club Salerno.
Studia l’Aikido Buikukai della scuola del M° Kobayashi attraverso la guida del suo insegnante di dojo e la frequentazione di raduni di allievi diretti del grande Shihan scomparso: i Maestri Jean Francois Riondet e André Cognard.
Nel gennaio del 1999 partecipa al suo primo raduno col M° Christian Tissier, cui seguirà un’assidua frequentazione di stage della sua scuola, diretti dal Maestro in persona e dai suoi allievi italiani e transalpini.
Nel febbraio 2002 la scelta di aderire alla scuola del M° Tissier e la creazione (insieme ad amici che hanno creduto nell’idea) dell’Associazione “Gaetano Galderisi”, affiliandola all’Area Discipline Orientali UISP
eccoci qui, allora Alessio come è iniziato il tuo viaggio nel mondo Aikido ?

Ho iniziato la pratica dell’Aikido il 2 ottobre 1993, lo ricordo perfettamente. Come tantissimi ragazzi dell’epoca…anche io ero uno di quelli “traviati” dalle Arti Marziali televisive ,Avevo deciso di iniziare in qualche dojo….così (in linea col mio carattere) decisi di non lasciare tutto al caso; feci delle ricerche. Girai e girai finchè non mi capitò di assistere ad una lezione di Aikido….zak! amore a prima vista.

Di lì a breve io e l’Aikido ci “fidanzammo”, dopo tanti anni stiamo ancora insieme….

 ecco le 5 domande:

Ovo san-

1-Ho visto che lavori molto sulla centralità e l’asse perpendicolare del corpo, questo è un concetto che ognuno deve approfondire nello studio, quanto ti aiuta in questo il Kashima ?

Alessio-

1 – devo ammettere che la tua osservazione mi colpisce, solitamente devo spiegare il concetto in se per ore in più lezioni, complimenti. Estendendo il concetto, lavoro TRAMITE centralità dell’asse, spalle rilassate, verticalità del lavoro e cura dell’equilibrio. Tutto ciò per me ovviamente non è un fine, ma si tratta di svariati mezzi comuni a tutti i percorsi che l’individuo può decidere di intraprendere. Mezzi “fisici” dunque, ovviamente necessari a tutti. Ogni praticante (di qualsivoglia disciplina) è pienamente consapevole( ad esempio) che al di fuori dello spazio occupato e gestibile dalle proprie braccia e dalle proprie gambe, il controllo diminuisce. Ragion per cui si lavora con Le anche sotto le spalle, le anche sopra le ginocchia, le ginocchia sopra i piedi. Per quanto riguarda il sistema Armato e quanto può contribuire a tutto ciò, è necessario ricordare che se vogliamo che le Armi apportino benefici alla nostra pratica aikidoistica, è necessario non solum che la scuola in oggetto sia affrontata bene, sed etiam che il sistema sia assolutamente coerente con la pratica disarmata. Per quanto riguarda la mia pratica armata e disarmata, è necessario dire che è fortemente influenzata dal Kashima Shin, una scuola di Kenjutsu tradizionale. Grazie a questo lavoro, le possibilità di affrontare verticalità di lavoro (oppure tagli, affondi, ecc….) sono aumentate vertiginosamente.

Ovo san-

2- un altro concetto che ho apprezzato è quello del “ PRIMA “…(ricordi lo sceriffo e il fetente), tu dicevi che lo scontro nasce già in lontananza … possiamo dire che una tecnica nasce nell’istante si è consapevoli che accadrà,e che si sviluppa nella guardia e quindi è già finita al primo contatto … è la consapevolezza ?

Alessio-

Altra ottima domanda, perfettamente collegabile alla precedente. In Aikido, genericamente siamo sempre troppo “rilassati”, per il semplice fatto che lo si consente. Per fare un parallelo cinematografico, se parlassimo dell’Accademia Jedi, potremmo dire che si evita lo studio di qualsiasi emozione che non sia la bontà o la compassione, per paura di cadere vittima del Lato Oscuro. In realtà esistono una moltitudine di sentimenti non solo affrontabili, ma talvolta necessari allo studio. Consideriamone uno: la determinazione! Tanti sono capaci di mantenere una calma serafica nell’ambito di una presa al polso. Già la calma viene meno se la presa si fa più ostica (ad esempio al collo). Un modo per allenare la propria presenza al momento (vivere in maniera adatta la situazione) è per esempio farsi attaccare in maniera sempre più incisiva e valutare la rilassatezza delle spalle, della nostra postura, attitudine, calma….e via dicendo. Talvolta l’eccessiva “rilassatezza” ci porta a dimenticare che stiamo studiando un Arte Marziale, e ci facciamo prendere nel modo più ingenuo possibile. Ed ecco il momento in cui la cosa si collega alla domanda precedente: l’intensità del momento, è uno dei cardini del Kenjutsu. Ancora una volta, in un sistema armato si trovano elementi utilissimi alla pratica disarmata.

Ovo san-

3- hai detto che ogni lezione non’è mai uguale neanche se la volessi fotocopiare , perché cambiano le sensazioni, insomma il Tuo o il Nostro aikido deve essere come l’acqua , si deve adattare al contenitore che trova per essere ogni volta nuovo e in evoluzione?

Alessio

3- la definizione del “come l’acqua” non l’ho mai amata, ma solo perché se ne fa un abuso. Un po’ come la citazione di Bruce Lee sulle cinture. Li vedo un po’come luoghi comuni, sebbene contengano del buono. Le lezioni, come le tecniche non sono e non devono mai essere uguali nel corso del tempo, altrimenti vuol dire che l’insegnante inserisce nel suo cervello un nastro registrato, alienandosi dal tatami….dagli allievi. A parità di allievi o compagni di tecnica (che si parli quindi di lezioni o di allenamenti), c’è sempre qualche variazione di volta in volta; è ovvio….i parametri cambiano: umore, forma fisica, esperienza, conoscenza, ecc… Talvolta l’insegnante, troppo fiducioso in una sua lezione in quanto “cavallo di battaglia”, non rende come altre volte, è la natura umana. L’allievo d’altra parte ricade in un errore ancor più grossolano nel rivisitare una lezione, a suo modo di vedere, già nota: pecca di altra forma di presunzione o noia, il “già visto”. E’ la natura umana. Lo studio (per apprendere, per ricercare o per didattica) non è attitudine di tutti.

Ovo san-

4- Se il tuo aikido fosse un fiume … sarebbe  Impetuoso come lo Zambesi, Generoso come il Nilo o Spirituale come il Gange ?

Alessio

4 – E’ stato impetuoso (molto, anche troppo) da giovane, di sicuro è generoso (e su questo aggettivo dovremmo spendere fiumi di parole), decisamente poco spirituale (e qui qualche spiegazione devo darla): ho sempre lavorato su un piano estremamente fisico della pratica, per poter acquisire mezzi e qualità che mi potessero mettere in comunicazione con quante più persone possibile sul tatami. Di sicuro influisce la mia predilezione per un Aikido applicativo. Trovo che i cosiddetti Grandi della pratica, abbiano da giovani lavorato moltissimo sul piano fisico, lasciandoci pesantissima eredità. Di quelli che abbiamo conosciuto da anziani, ci ha colpito anche la spiritualità, ma su questo io muovo sempre 2 osservazioni: 1) ogni età ha le proprie necessarie caratteristiche ed esigenze; 2) sarebbe bello è poter afferrare il senso della vita di un uomo considerando solo i suoi ultimi istanti di vita; a mio avviso, se davvero si è interessati al risultato di un uomo, dovremmo ANCHE considerare il suo percorso. Tornando alle caratteristiche della mia pratica direi….che per quanto si possano considerare tanti affluenti, la vedo come un fiume non troppo grande, ma deciso…che tocca taluni posti lasciando un immagine di determinazione e consapevolezza.

Ovo san-

5-so che lavori molto con i bambini, quale emozioni regalano che mancano agli adulti, hai un aneddoto ?

Alessio

5- Insegnare è un attitudine, ci si nasce a mio avviso. Ovviamente è una qualità che va indirizzata e coltivata. La capacità di lavorare con i bambini è una variazione particolare di questa attitudine. Non tutti ce l’hanno. E’ un ambito operativo difficile, soprattutto in Aikido, dove non c’è una struttura federale che può supportare l’insegnante, come avviene ad esempio nel Karate o nel Judo, discipline in cui questo settore è quasi scientificizzato (aggettivo duro da accettare per un aikidoka, lo so). Se si ha questa attitudine, il lavoro con i bambini ed i ragazzi può essere molto, molto gratificante e pregno di spunti. Diversi lavori sono adattabili in maniera biunivoca: esercizi creati per adulti possono essere adattati ai bambini, mentre esercizi e modalità esplicative adatte alle fasce di età minore, possono aiutare gli adulti a comprendere meglio il lavoro. Si può persino lavorare con le Armi. Ho sperimentato l’uso di spade e bastoni di minor peso con i preadolescenti ed esercizi di estrazione con spadine in gommapiuma con i bambini delle elementari. L’emozione provata nell’osservare i giovanissimi aikidoka alle prese con queste mie proposte (con risultati eccezionali) mi ha regalato un emozione che (ammetto) non mi ho mai provato nemmeno con i miei migliori allievi adulti o con i miei aiutanti. Mentre scrivo mi vengono in mente molti aneddoti al riguardo, ma quello a cui sono più legato riguarda una delle cose che dovrebbe essere tra le più ovvie, ma anche tra le più difficili da trovare al giorno d’oggi: i bambini che domandano il permesso prima di salire sul tatami. Educazione. Già solo questo…mi fa ben comprendere di aver partecipato alle loro vite in maniera significativa.

index2

Ecco è tutto! Si conclude così un altro viaggio alla ricerca dell’uomo che stà dentro l’Hakama, un personaggio speciale a cui porgo il mio più grande ringraziamento, sia per l’intervista, che per il piacere immenso di averlo conosciuto , grazie Alessio spero di ritrovarti ancora sul tatami.

in quanto a Voi tenete le orecchie tese Ovo San è sempre in tour, per i suoi speciali incontri…

Un’abbraccio alla prossima il Vostro OVO SAN

condividi:
osvaldo

viaggio a Cogoleto (GE)

aikido on the sea

si è tenuto a Cogoleto (GE) uno stage , capitanato da alessio Candeloro di aikido ..

a cui abbiamo partecipato in rappresentanza del Nostro Dojo …Ovo san e Kanettei san, consci della fatica ci siamo fatti accompagnare da Filippo Duva, Giorgia e Alessandro…

una bellissima manifestazione coordinata benissimo e capitanata da tre pilastri dell'aikido nostrano

Alessio Autuori         Marco Rubatto             Fabio Branno

una manifestazione di tre giorni , di aikido ad'alto livello ben mixato dal lavoro dei 3 Sensei che hanno saputo dare un'impronta tecnica importante, e non ci hanno fatto mancare l'umorismo adatto a superare le fatiche del seminario, insomma sono felice di non essermelo perso ho trovato molti nuovi amici tanti kiù con il sorriso e la voglia di imparare.

come promesso da A.Candeloro l'anno prossimo l'eveneto si ripeterà, e mi auguro di essere presente.

grazie a tutti Ovo San.

ps un saluto speciale a Stefania Feraboli

condividi:
osvaldo

buone vacanze..

amici aikidoki di Urba…vi auguro buone vacanze, e come ogni anno …mi raccomando sempre un po di ginnastica, sennò a settembre siete delle Amebe….divertitevi e…io continuo a lavorare per voi è in arrivo una nuova intervista tra poco perciò ogni tanto passate di quà…

il vostro OVO SAN

condividi:
osvaldo

Nara

un festival chiamato Kasuga Wakamiya Onsai oppure Kasuga Wakamiya On-Matsuri.

ecco il racconto di un viaggiatore in Giappone nella città di Nara,

tratto dal sito http://www.jappone.com/blog/giappone/cultura/

Merita di essere menzionata questa festività in quanto sono certo che chiunque sia in Giappone, magari nella zona del Kansai, verso la metà di dicembre non voglia perdere l’occasione di vedere ciò che cerco di illustrare in questo post.
Il On-Matsuri è un festival celebrato al sacrario di Wakamiya-jinja situato al gran sacrario di Kasuga Taisha.

anche il poliziotto è incantato

ecco

anche il poliziotto è incantato

saluto alla folla

saluto alla folla

Festival di Kasuga Wakamiya Onsai

Festival di Kasuga Wakamiya Onsai

Il Kasuga Taisha è un sacrario di Nara costruito nel 768 e ricostruito diverse volte nell’arco dei secoli. E’ il sacrario della famiglia Fujiwara, famiglia che in diverse occasioni ha coperto incarichi come sessho (reggente di un imperatore giovane) o kampaku (reggente di un imperatore adulto). L’interno del sacrario è famoso per le numerose lanterne di bronzo e per le tante lanterne in pietra che portano al sacrario. Lo stile architettonico è il Taisha-zukuri che prende il nome proprio dal sacrario di Kasuga. Il sacrario, assieme alla foresta di Kasugayama, è registrato come patrimonio mondiale UNESCO come parte dei monumenti storici dell’antica Nara.

un guerriero a cavallo

un guerriero a cavallo

i tempi moderni si vedono dal cellularte :-P

i tempi moderni si vedono dal cellulare :-P

fierezza fin da piccoli

fierezza fin da piccoli

Il On-matsuri fu organizzato per la prima volta nel 12-esimo secolo a seguito di un’epidemia. Preghiere venivano offerte per eradicare la piaga e per un buon raccolto. Questo festival è uno dei maggiori eventi della prefettura di Nara e attrae ogni anno centinaia di migliaia di persone.

Le feste durano quattro giorni ma le attrazioni maggiori si hanno il giorno 17, conosciuto come il Hon-Matsuri. Esibizioni di kagura (musica dedicata agli dei) e bugaku (musica di corte accompagnata da danze tradizionali).
Da non perdere assolutamente è la processione “Jidai Gyrotesu” dove vengono riprodotte abitudini e modi delle varie ere da oltre 500 persone in costumi d’epoca. La processione inizia alle 12 e si svolge sulla via principale e arriva al sacrario. Arrivando alla stazione di Nara con la linea Kintestu basta uscire dalla stazione stessa e mettersi ai bordi della strada per poter ammirare il passato storico di Nara passando dal periodo Heian fino al periodo Edo, cioè dal nono al diciannovesimo secolo.
Una volta passata la lunga processione (molte persone anche a cavallo) consiglio di passare per lo shotengai, che si può facilmente vedere (la galleria subito fuori la stazione), e passare dall’altra parte dove la processione passerà poco più tardi e potrà essere gustata per una seconda volta :-D

presto si congiungeranno alla processione

presto si congiungeranno alla processione

giovane samurai a cavallo

giovane samurai a cavallo

energia non le mancava

energia non le mancava

La stradina è stretta e la gente è veramente molta… bancarelle affiancano la processione. Non ho perso tempo per gustarmi alcune delizie :-P
Man mano che passa la processione consiglio di seguirla per arrivare al Kasuga-taisha e seguire le varie celebrazioni. Lungo il percorso sarà possibile ammirare ulteriori costumi e il parco dei cervi.

bancarelle con tako-yaki

bancarelle con tako-yaki

la folla era veramente grande :-D

la folla era veramente grande :-D

Il Todai-ji con il grande Buddha è vicino e può essere visitato tranquillamente nel pomeriggio.
Ho fatto un salto al Todai-ji (sarà la sesta o settima volta che ci vado ormai) e poi sono ritornato al sacrario per vedere le celebrazioni. Veramente difficile vedere bene a causa della tanta gente presente.
Unico neo della giornata era il tempo non particolarmente bello che aveva costretto diverse persone in costume di coprirsi con degli impermeabili. Anche al sacrario diversi oggetti esposti all’aperto erano coperti da teli… sarà per l’anno prossimo?
Sulla sera poi sono ritornato a Osaka fermandomi per un okonomiyaki… non uno qualunque ma quello che uso gustare da quando sono arrivato in Giappone: quello preparato al Fugetsu di Tsuruhashi, la casa madre di questa catena di okonomiyaki.
 

 

condividi:
osvaldo

i ventagli da guerra

in realtà era un' arma

tessen.jpgNoi occidentali siamo abituati ad usare il ventaglio per proteggerci dalla calura e dare un po’ refrigerio al viso. Nell’estremo Oriente, e quindi non solo in Giappone, il ventaglio veniva usato anche con altre funzioni tra le quali la difesa personale, l’offesa e, addirittura, come mezzo di comunicazione: è il ventaglio da guerra.
Del suo utilizzo, come arma, si trova già traccia nella mitologia dove non mancano duelli in cui uno dei contendenti non utilizzi un tipo di ventaglio da guerra. Ma è nell’epoca feudale, specialmente nel periodo di Edo, che questa arma ebbe il suo momento di gloria.
I ventagli di guerra erano usati principalmente come arma di difesa, ma, in taluni casi, anche come arma perl’attacco. Altro importante suo utilizzo era quello di trasmettere a distanza gli ordini dei comandanti durante una battaglia, ma questa funzione cadde presto in disuso quando nacqueto sistemi di comunicazione più pratici e sicuri.
Di questi tipi di ventagli, ce ne erano di varie forme (pieghevoli e non, piccoli e grandi, con fiocchi di stoffa) e di vario materiale (metallo, bambù, carta, rame, bronzo, legno).
Il tipo più conosciuto è forse il tessen che apparteneva all’arsenale personale di ogni Samurai. Il tessen poteva consistere in un ventaglio pieghevole (menhari-gata) o in una specie di randello che, a prima vista poteva sembrare un normale ventaglio pieghevole chiuso, ma era fatto di un unico bastone di metallo o di legno duro (tenarashi-gata). Per il basso prezzo, la maggiore efficacia e durata, i Samurai preferivano il tenarashi-gata che era usato anche dal corpo di polizia.
Ai samurai era impedito di portare spade, pugnali e altre armi in determinate situazioni: per esempio quando andavano a far visita ad un samurai di rango superiore o quando entravano in determinate aree della città. In questi casi il tessen, che i samurai potevano tenere con sè, assumeva una grande importanza come arma di difesa personale.
Esiste anche un’arte marziale, il tessenjutsu, che si basa sull’uso del tessen. E’ tuttora praticato in Giappone, seppure non sia molto diffuso, ma durante il periodo feudale il combattimento con i tessen erano molto frequenti e pare che, per esempio, un famoso spadaccino del 16° secolo fosse molto abile con il tessen di metallo.

Esistono altri tipi di ventagli da guerra:
– l’uchiwa, un ventaglio di metallo o legno, portato dagli alti ufficiali e che aveva varie funzioni (scudo contro le frecce, protezione dal sole e per trasmettere ordini ai soldati);
– il gunsen, ventagli pieghevoli, portati dai soldati, avevano le stecche interne di bronzo, o altro metallo, e quelle esterno di ferro;
– il saihai, usato nell’esercito per trasmettere ordini di spostamento delle truppe. Era composto da un ciuffo di stoffa attaccato ad un bastone.

Oltre a questi tipi di ventagli usati in ambiente militare, bisogna anche citare l’harisen, un ventaglio di carta, spesso di grandi dimensioni, usato principalmente nelle commedie teatrali e negli anime. Frequentemente lo si vede usato da un personaggio come arma da usare sulla testa dell’avversario producendo così un effetto comico e divertente per il pubblico.

 

condividi:
osvaldo

le vignette di Ovo san

un mio antico antenato , ai tempi del neanderthal…

img241

condividi:
osvaldo

armonia e condivisione

il giorno 27 maggio, abbiamo ospitato il Maestro Vittorio Locandro V° dan e i suoi allievi, del Dojo di via Artom di Torino.

Solitamente il Vostro Ovo San vi racconta le vite, dei maestri che riesce ad'intervistare,e che vivono in questo fantastico mondo chiamato Aikido.

Ma, questa volta ( con la complicità di sensei Ezio e di Sensei Vittorio ) abbiamo pensato di coniugare le due scuole e di praticare una lezione all'unisono.

Partiamo dal presupposto che Ezio e Vittorio si conoscono dalla notte dei tempi, si incontravano agli stage quando erano …pischelli ..dell'Aikido ( sapete sono quelle cose segrete che bisogna scoprire col tempo),cmq, devo dire che dopo essere stato Loro ospite in solitaria avanguardia , siamo ,ma spontaneamente riusciti nell'intento di aprire le porte del nostro Dojo e a Condividere questa lezione, con profitto, sarete daccordo con me ,che nonstante siamo due scuole differenti,siamo molto similari insomma parafrasando quello che abbiamo sentito siamo come due binari di un treno che viaggiano affiancati.

quello che ho visto subito era il clima armonioso che si è creato, sono felice che abbiamo compreso che non era una gara a chi è più bravo, ma un'opportunità per apprendere.

signori abbiamo fatto Aikido.

il tempo è passato così in fretta , che, ero dispiaciuto, che non ci fosse ancora un'ora di lezione, ma, sono sicuro che ripeteremo la cosa.

questa volta l'intervista arriverà dopo aver conosciuto il Maestro Vittorio ma so che ci sorprenderà con le sue riflessioni.

vorrei ringraziare davvero tutti, i Sensei Ezio e Vittorio, i suoi allievi che sono stati degli ospiti magnifici,e voi amici del Bushi no Kami di Orbassano,siete stati dei padroni di casa eccezzionali.

viva l'Aikido senza frontiere un saluto Ovo San

condividi:
osvaldo

le vignette di Ovo san

er fiatella te piastrella ta riduce a mortadella, caccia l’alito der Drago….e poi sparisce come un mago…

img236

 

condividi:
osvaldo

step by step

Diario di viaggio….di un aspirante 1° Dan…

Ovvero piccoli passi, che mi porteranno all’esame da Shodan….

Ho deciso di raccontare i miei stati d’animo e le mie paure ,ora ,che sono vicino al traguardo …      ( che in fondo come ben sapete,in realtà è solo un nuovo punto di partenza),  per acquisire il grado di cintura nera, o come diciamo Noi, 1° Dan.

Sia chiaro questo è il mio percorso,sono i miei dubbi, le mie paure,  io non so se tutti vivono questo evento con le mie fragilità e le mie insicurezze, forse veri guerrieri rideranno di me…ma io preferisco considerarmi un uomo semplice che combatte le sue paure.

Allora ho deciso (anche per me stesso) di raccontarmi, forse mi aiuterà a comprendermi meglio come artista marziale.

Questo articolo raccolto in tre mesi di preparazione, a ripassare le tecniche che la Comissione  Tecnica mi richiederà, viene pubblicato, ora che tutto è fatto, ma comincia a Gennaio 2014, a tre mesi dal mio D–Day   …….

Fase 1 la riflessione : 

E’ iniziato, come detto, il ripasso che condivido con Alex, lui darà il 3° dan, e abbiamo deciso che poi saremo fratelli di tatami, sapete, quelle idiozie che ci si inventa per farsi coraggio, ma che ti legano (come non lo fossimo già, dopo 11 anni che ci spiaccichiamo sul tatami ), ti fanno sentire meno solo e condividere aiuta.

Certo Lui, è già abituato , ne ha già passati 2 da Aikidoka e uno o due da Karateka, poi è tosto e lo vedo sicuro, io invece non essendo più un ragazzino la vedo come un’ opportunità da non sbagliare e sono passato dalla modalità :  “ Nun c’è né per nessuno, sono massiccio e pronto …”  alla  modalità: “ Chi io ? a no non ricordo nulla, e neanche capisco la vostra lingua …. parlate strano … non c’è la farò mai …”.

Forse la mia vera paura è di non essere all’altezza dei miei amici, che,  mi hanno preceduto in questi anni, con cui ho condiviso sudore, aikitaiso, e migliaia di Ikkio e sankio…e portare disonore al mio dojo e al mio Sensei, che ha sprecato tempo e sapone a lavar la capa al ciuccio … come si dice.

Sembra che non abbia mai tirato una tecnica di aikido fino ad oggi, o forse perché le tecniche sono tantissime e dovrò sudare molto tempo senza sosta, e tutti gli acciacchi si stanno evidenziando sento il dolore del ginocchio impedirmi il suwari  waza … bhè non so se è così per tutti, forse drammatizzo, o forse è normale.

Sta di fatto che sono arrivato a pensare- “ smetto … basta così, non è nelle mie corde..”, ma è la cosa per cui ho preso e dato botte, per cui mi sono lussato tutte due le spalle, per cui dopo 6 mesi di stop ho lottato per tornare, il motivo che 4 anni fa mi ha fatto smettere di fumare, perché devo avere il fiato per…. è il mio poter dire “  Ho concluso qualcosa!”, cavolo fosse l’ultima cosa che ….

E ora son qui che voglio arrendermi, e il guerriero ?

Devo tirare fuori la Tigre, vedremo …. a febbraio scriverò la seconda parte, lascio passare il mese, e ne mancheranno due …. poi si vedrà.

Per ora penso che: 

“ Ogni uomo, che conosce le sue paure, sa che dovrà combatterle, e trasformarle nella propria forza … chi non ha paure, non è un coraggioso, ma uno che non conosce se stesso ….”

 

Febbraio … fase 2 : la consapevolezza.

Eccoci qua …dopo neanche un mese è già cambiato il mio approccio, bhè mi sento più preparato, stò affilando le unghie e mettendo paglia nel fienile.

L’antico guerriero è tornato a ruggire …. Meno male,  ora accade questo piccolo inconveniente , faccio un esame chirurgico dritto dentro il cuore.

Insomma una passeggiata di salute accidenti … questo mi bloccherà almeno 10 giorni, è destino io le mie battaglie devo sempre combatterle con più avversari, ok, accetto la sfida….

Superato lo scoglio intervento, adesso mi rituffo nella preparazione più agguerrito che mai,

e penso :

“ Ogni cosa che ti capita nella vita, succede … perché il destino così ha deciso … ma se affronterai l’ostacolo, sai anche che una volta superato non sarà più un problema … ma una vittoria del tuo spirito …..”

 

Aprile il mese della verità

Ed eccoci qua …il giorno è arrivato , e io sono pronto……

L’ultima riflessione, bhè si dice di non guardare troppo al passato, ma il passato più presente, se mi passate il gioco di parole, è questa cintura Marrone,  diciamo che il colore non è un granchè di per se, ma è la cintura che mi ha dato di più, è quella che mi ha fatto crescere, che mi ha fatto sentire pronto…..

Per 2 anni l'ho indossata con orgoglio, mi permetteva di avere il posto vicino alla finestra..( ognuno avrà il suo posto nel suo dojo, il mio era questo…), facevo il saluto come kyu più anziano, ora il mio posto mi mancherà, ma lo lascio in buone mani di aikidoka, cambio fila e ricomincio…

12 aprile 2014  esame…………………

Oggi è battaglia, un bravo guerriero non fa previsioni, sa ciò che deve fare, cercherò di dare il massimo, non mollerò mai, il sudore sarà il mio compagno…e ora si và..!

“ Bushi no Kami ………………Banzai  !!!!!!!!!!!!!“

La storia finisce qua…come è andata a finire? …ma che domande fate !!!! ah ah ah….

Un’ abbraccio il Vostro OVO SAN

 

 

condividi:
osvaldo

le vignette di Ovo San

un calvario….

img234

 

img232

img233

condividi:
osvaldo