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la forgiatura di una spada

 

 
Fabbricazione di una spada giapponese  
 
   


       

La spada giapponese viene forgiata per stratificazioni di acciaio con tenore di carbonio diversificato. Lo spadaio inizia il processo di forgiatura partendo da un nucleo di ferro (Tamahagane) con elevata percentuale di carbonio (più del 1%), risultato della fusione di minerale ferroso nelle fornaci di tipo Tatara. Queste fornaci, di origine continentale, risalgono almeno il VI secolo. In Giappone si è cominciato a ripristinarle, nella loro forma originaria, a partire dal 1970. Il minerale introdotto nel Tatara eè prevalentemente sabbia ferrosa (Satetsu).
La temperatura raggiunta nella fornace si aggira intorno ai 1200 – 1500° C, ottenuta bruciando carbone di quercia e di pino. Alla fine del processo di fusione, che dura alcuni giorni, il forno viene distrutto e sul fondo si raccoglie un blocco di acciaio chiamato Kera, con tenore di carbonio fino al 1,5%. Altre parti con minori percentuali di carbonio verranno utilizzate durante la forgiatura della spada per graduare il contenuto in carbonio degli strati diversificati che compongono la lama. I requisiti più importanti di una spada giapponese sono la resistenza a rottura e a flessione. Per raggiungere questo risultato, si porta a 1000° C una barra di acciaio dolce (Shingane) a basso contenuto di carbonio (0,2 – 0,3%), avvolta in un guscio di acciaio duro (Kawagane) a elevato contenuto di carbonio (0,6 – 0,7%). 
Il processo descritto, utilizzato per la forgiatura delle spade più comuni, si chiama Kobuse sanmai kitae. Si conosco almeno 50 tipi di forgiatura per stratificazione, che possiamo tuttavia ridurre a una decina di schemi fondamentali. Il panetto di acciaio, con cui saranno costituite le principali superfici esterne della spada, viene piegato e martellato ripetutamente (almeno 15 volte). Piegatura e martellatura consentono di eliminare tutte le impurità e i grani più grossi di carbonio, e di conferire alla lama le nuove percentuali di carbonio desiderate. 5 piegature producono 32 strati a basso tenore di carbonio: questo acciaio non può essere indurito per immersione in acqua e viene perciò utilizzato per il nucleo interno della spada. 10 piegature producono 1.024 strati, dando origine all'acciaio più duro, adatto ai piatti ed al dorso della lama. 15 piegature producono 32.000 strati. In una barra spessa circa 2,5 cm, ogni strato viene così ad avere spessore molecolare. 
Ulteriori piegature sono inutili e portano addirittura a una perdita del 90% del materiale iniziale. A seconda della damascatura che si crea (Jihada), la superficie dell'acciaio può essere chiamata:

 Itame (venatura del legno);

– Mokume (venatura con nodi);

– Masame (venatura dritta);

– Nashiji (polpa di pera);

– Ayasugi (venatura molto ondulata);

– Muji (senza venatura).

La formazione del blocco stratificato, da cui parte la creazione della spada vera e propria, si chiama Tsukurikomi, "strutturazione".
La lavorazione di tale blocco si articola nelle seguenti fasi:

1.0 – Sunobe (prima sagomatura): Lo spadaio allunga per martellatura continua il blocco, scaldandolo costantemente sulla forgia, fino a raggiungere le dimensioni desiderate della spada, maggiorate del 10% circa.

1.1 – Hizukuri (definizione della lama): Dopo aver scaldato la lama fino al calor giallo (1.100° C) lo spadaio ne definisce i profili per martellatura-dorso (Mune), punta (Kissaki), costolatura (Shinogi), filo (Ha saki) finché la temperatura non cade scendendo al calor rosso (700° C). A questo punto il Sunobe viene nuovamente riscaldato sulla forgia e riportato alla temperatura iniziale, procedendo quindi nella lavorazione su porzioni di circa 15 cm per volta. Una volta definiti profili fondamentali della lama, lo spadaio conferirà la forma finale al manufatto, utilizzando lime, pietre e pialle speciali.

1.2 – Tsuchioki (definizione del tagliente): Con un impasto d'argilla, polvere di carbone (vedi cementazione), polvere d'arenaria e acqua (Yakibatsuchi) si ricopre l'intera superficie della lama. Ogni scuola e ogni armaiolo possiedono proprie formule per questo impasto, nel quale l'arenaria (Omura) impedisce all'argilla di screpolarsi. Lo strato d'impasto viene quindi assottigliato lungo il tagliente, creando i caratteristici profili denominati Hamon. A seconda di come viene eseguita la raschiatura dello strato d'impasto (Tsuchidori), gli Hamon possono risultare dritti o irregolari. Il termine Suguba indica quelli dritti, che a loro volta possono essere Hiro Suguba (larghi), Hoso Suguba (stretti). Il termine Midareba contrassegna invece quelli irregolari tra i quali ricordiamo: Ko Midare (compatto), Chôji (garofano), Juka Chôji (Chôji multipli), Kawazuko Chôji (Chôji a forma di girino), Gunome (a zig zag), Kataochi Gunome (a zig zag obliquo), Sambonsugi (gruppi di cedri) Notare (onde), Toran (onde alte), Hitatsura (per tutta la lama), Sudareba (tendine di paglia) eccetera.

1.3 – Yakiire (indurimento del tagliente): Quando il materiale di copertura si è seccato, la lama viene portata al calor rosso (700° C circa) nella forgia finché non è pronta per l'immersione in acqua fredda. Questa operazione, chiamata yakiire richiede da parte dello spadaio la massima perizia e sensibilità, ottenibili solo con una lunga esperienza.

1.4 – Bôshi: Questo termine si riferisce alla porzione di Hamon presente nel Kissaki dopo lo Yokote (spigolo di separazione tra Kissaki e lama). Le dimensioni del Kissaki e il profilo del Bôschi sono tanto caratterizzati da consentire all'esperto di riconoscere l'armaiolo, la scuola e l'età della spada e dunque rappresentano un elemento importantissimo per lo studio del manufatto.

 

Il profilo del tagliente (Ha), nel Bôschi assume diversi nomi a seconda della forma, quali per esempio:

  • Ô Maru – (semicerchio grande)
  • Ko Maru – (semicerchio piccolo)
  • Midare Komi – (irregolare)
  • Yakitsume – (dritto verso il dorso)
  • Jizô – (testa di pietra)
  • Kaen – (fiamma)

1.5 – Nioi e Nie, Hataraki (attività): Durante lo Yakiire lo Hamon è prodotto in modo da mostrare le differenze di durezza dell'acciaio. I Nie e i Nioi sono particelle che compaiono lungo questa linea di separazione tra le due superfici della lama (chiamata Habuchi): quella a struttura martensitica (il tagliente) e quella a struttura perlitica (il resto della lama). I Nie sono relativamente grossi, visibili ad occhio nudo, mentre i Nioi sono così fini da non essere immediatamente percettibili; I Nie sono paragonati a stelle che brillano in cielo, i Nioi alla nebulosa della Via Lattea. Alcune formazioni martensitiche e perlitiche – definite genericamente Hataraki (attività) – rese volutamente più o meno evidenti nel tessuto della spada, prendono il nome da soggetti di cui richiamano in qualche modo la forma: Ashi (piede), Yo (foglie), Sunagashi (increspature di sabbia), Hakikake (sfioriture), Uchinoke (spruzzi), Kinsuji (lumeggiature d'oro). Il Kinsuji più comune è formato da Nie aggregati in linee sottili e brillanti lungo il tagliente. I Kinsuji molto lunghi, sottili e diagonali, sono denominati più propriamente Inazuma (lampi). Quando simili formazioni vengono evidenziate nel Ji (parte di lama compresa tra la Shinogi e lo Hamon), prendono il nome di Chikei. Piccole aree composte di Nie vengono chiamate Yubashiri (scroscio d'acqua bollente). Quando compaiono formazioni brillanti di Nie nel Ji (la cui struttura è perlitica), i Nie sono chiamati Ji nie. Quando la superficie della lama ha una predominanza di Nie, la spada è definita Nie Deki. Questa caratteristica riguarda soprattutto le spade realizzate nel primo periodo Kamakura, e più in generale quella della scuola Sagami (Sôshû). Il termine Niodeki, invece, si riferisce alle spade che presentano principalmente formazioni di Nioi. I manufatti della scuola Bizen, successivi al medio Kamakura, e quelli della scuola Bitchu Aoe, nel periodo Nanbokuchô, sono caratterizzati dalla predominanza di Nioi.

1.6 – Utsuri (riflesso): Definito impropriamente un secondo Hamon, si tratta di un effetto presente nel Ji che segue apprimativamente il profilo dello Hamon. Si ottiene portando a temperatura differenziata lo Ha (800° C) il Mune (720° C circa) e i piatti della lama – Shinogi Ji – (760° C) alla temperatura di 760° C, l'acciaio si trova in una fase di transizione tra quella perlitica e quella austenitica, provocando l'Utsuri. Gli spadai Bizen erano rinomati per questo effetto, che solo da pochi anni è stato riscoperto, ma non eguagliato.

1.7 – Yaki Modoshi: Tolta dall'acqua dopo lo Yakiire, la lama viene rimessa sulla forgia, scaldata fino a 160° C circa e immersa nuovamente nell'acqua. Questo trattamento diminuisce le tensioni nel tagliente indurito, decomponendo parzialmente i grandi cristalli martensitici (vedi rinvenimento). Il processo di tempra può essere ripetuto più volte.

1.8 – Sorinaoshi (assestamento della curvatura): Durante il Yakiire, il Mune si raffredda più lentamente dello Ha. Questo provoca una contrazione della lama di circa 1 cm, che ha l'effetto d'aumentare la curvatura della spada. Lo spadaio dovrà tenere conto, durante la sagomatura iniziale, di questo fenomeno. Per incrementare eventualmente la curvatura, si scalda il Mune sopra un blocco di rame arroventato in alcuni punti prestabiliti, dopodiché si raffredda in acqua.

1.9 – Yasurime (rifinitura del codolo): Dopo una prima rozza politura generale, intesa a esaminare la correttezza del lavoro eseguito su tutte le superfici, lo spadaio rifinisce il Nakago tracciandovi sopra dei segni di lima. Ogni scuola e ogni periodo hanno modi particolari di segnare il codolo. Kiri: detti anche Yoko, sono perpendicolari al codolo. Rappresentano il tipo più comune. Kattesagari: segni inclinati da sinistra verso destra. Sujikai: simili al Kattesagari, ma con inclinazione più accentuate. Quando le righe partono da destra in alto, si chiamano Sakasujikai. Ô Sujikai: caretterizzato da una fortissima inclinazione, è tipico delle scuole Aoe e Samonji, nel periodo Kotô. Takanoha: chiamato anche Shida, assomiglia a penne di falco. Saka Takanoha: come penne di falco invertite. Katasujikai: combinazione di Kiri e Sujikai riscontrabile principalmente nella tradizione Yamato. Higaki:simile ad una scacchiera, comune alle scuole Yamato, Mino, Naminohira a Satsuma e altre. Keshô yasuri:esclusivo delle opere Shintô. Sensuki:simile ad una superficie graffiata si trova sulle spade primitive dritte e sulle prime Kotô.

2.0 – Mei (firma): Come operazione finale a politura terminata, lo spadaio incide la propria firma col bulino sul Nakago, in posizione Omote. Sul lato opposto può venire incisa la data.

2.1 – Horimono (incisioni sulla lama): Incisione sulla lama venivano realizzate fin dal periodo Heian e avevano significato sia pratico ( alleggerimento della lama) sia religioso che decorativo. Anche questo elemento è rivelatorio del periodo di fabbricazione dell'armaiolo e della scuola. I tipi d'incisioni più comuni presenti sulle lame sono gli sgusci (Hi) che hanno la funzione di alleggerire le lame e che variano di nome secondo la forma. Oltre agli Hi nelle lame di epoca Kotô si trovano incisioni di carattere religioso quali: Bonji (caratteri sanscriti), Ken (spada diritta), Fudômyoo (immagine del Buddha incarnato), Kurikara (drago avvinto in una spada), Sanko Ken (spada con elsa a forma di Vajra indiana), Gomabashi (un paio di bacchette per riti religiosi), formule d'invocazioni. Nel periodo Shintô l'incisione acquista maggior valore decorativo e vengono introdotti motivi quali: Tsuru Kame (gru e tartaruga simboleggianti longevità), Yoge Ryû (draghi ascendenti e discendenti), Shô Chiku Bai (pino, bambù e Fior di susino), il monte Horai (la leggendaria montagna dell'eterna giovinezza).

   

 

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SAMURAI, tra passato e presente

Novara, Maggio 2012

INTK , in occasione dei campionati mondiali di kendo, in collaborazione con CIK e sotto il patrocinio del comune di Novara, ha organizzato il più esteso e importante evento dalla data della sua istituzione, oltre che il più interessante evento inerente la spada giapponese mai presentato in Italia.

A cavallo di tre fine settimana e durante le intere due settimane, dal sabato 5 Maggio fino a Domenica 27 Maggio, sarà allestita la mostra e nel fine settimana dal 19 al 21 Maggio il maestro Yoshihara condurrà la forgiatura di una katana, a partire da un sunobe, mostrerà la procedura dell 'allungamento della lama, la definizione di tutti i piani e la tempra finale. Nella ambientazione di eccezione del palazzo del Broletto di Novara, nel cortile di pietra medioevale, vedremo pian piano prendere forma all' acciaio grazie al sapiente martello del maestro Yoshindo e quello dei suoi assistenti. La bellezza del palazzo creerà un ambientazione unica, fatta di pozzi di pietra e portoni di legno, balconate e portici che permetteranno di ammirare il tutto dall'alto, molto spazio e una caratterizzazione davvero unica. La mostra è allestita a pochi passi dalla forgia del maestro, nella sala del consiglio del palazzo, antica sede del Com une Medioevale, una sede ricca di fascino storico, dove sono ancora presenti gli scranni di legno medioevali, gli stemmi e le vestigia dell'antica Novara. La mostra vedrà l'esposizione di quasi 50 lame, provenienti dalle collezioni dei nostri soci, e comprenderà alcuni pezzi di rilievo assoluto.
Durante il periodo, e in modo complementare agli altri eventi, Leon Kapp e Massimo Rossi effettueranno diverse dimostrazioni di togi, il restauro e affilatura tradizionale delle lame giapponesi. Nei fine settimana saranno sempre presenti i membri della associazione INTK, che organizzeranno visite guidate, incontri con il pubblico, esposizioni speciali dei pezzi in mostra e altre iniziative, di cui alcuni saranno riservati ai soci e amici di INTK. Inutile sottolineare che questo evento sarà l'occasione per incontrare tutti i più importanti personaggi della spada giapponese in Italia, studiosi, collezionisti, ma soprattutto artigiani, restauratori ed esperti a vario titolo, soci di INTK e non, e sono stati invitati molti amici anche dall'estero.
Visto il molto tempo a disposizione e l'impegno che stiamo rivolgendo a questo evento, saranno sicuramente organizzate iniziative dell'ultimo minuto, quali ad esempio lo studio approfondito di alcune lame dal vivo, guidato dagli esperti presenti, e non mancherà nessuna occasione per un confronto tra tutti i presenti.

Il programma attuale :

– Sabato 5 Maggio ore 16:30 – Inaugurazione mostra INTK, presentazione dei dirigenti e incontro con il pubblico.
– Tutta la settimana – Mostra aperta al pubblico
– Venerdì 18 Maggio – Allestimento della forgia
– Sabato 19 Maggio ore 17 circa – Inizio della forgiatura del maestro Yoshihara: martellatura e allungamento dell'acciaio, tsukurikomi di base.
– Domenica 20 Maggio ore 17 circa – seconda fase della forgiatura, definizione dei piani, tsukurikomi finale.
– Lunedì 21 Maggio ore 18 circa – fasi preparatorie della tempra, stesura dello tsuchioki ; ore 21, – Yaki-ire finale, tempra della lama, fasi di finitura preliminare da parte di togishi presenti e presentazione finale della katana.
– Tutta la settimana – Mostra aperta al pubblico
– Domenica 27 ore 17 – Chiusura della mostra, incontro finale con gli organizzatori.

Per l'accesso alla mostra, il comune richiede il pagamento del biglietto al complesso monumentale del Broletto, che comprende la visita al palazzo, il prezzo comunque è limitato, attorno ai 7 euro ed è convenzionato con numerosi enti come tutti i musei della regione Piemonte.
La dimostrazione del maestro Yoshindo Yoshihara invece, sarà nel cortile, accessibile liberamente al pubblico.

Il programma è ancora molto aperto. Chiunque voglia proporre una iniziativa, organizzare un incontro particolare, o richiedere qualcosa, può contattare direttamente gli organizzatori.
Invitiamo quindi tutti gli appassionati, soci e non, nell'ottica più aperta possibile, a partecipare agli eventi e a vivere tutti insieme questa grande festa e questi eventi unici.

Per qualsiasi informazione è possibile chiedere in questa discussione sul forum, oppure scrivendo direttamente a Simone Di Franco all' indirizzo webmaster@intk.it , a Massimo Rossi all'indirizzo rossi@intk-token.it e agli altri contatti che troverete sul nostro sito internet.

Come sempre, se avete qualsiasi problema per collegarvi al forum o per qualsiasi cosa che riguardi il sito internet di INTK, potete contattarmi all'indirizzo e-mail webmaster@intk.it

Grazie, a presto.

Simone Di Franco

consigliere di INTK e amministratore di intk-token.it

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Sakabato

Cos'è una Sakabato ?

La sakabato (spada dall'affilatura rovesciata) è un tipo fittizio di spada giapponese. Nella normale katana, il lato esterno curvo della lama è affilato, mentre il lato interno curvo è smussato. Al contrario, la sakabato è fatta in modo che il tagliente è sul lato che curva verso l'interno. Anche se le sakabato affilate sono attualmente prodotte per l'acquisto da parte di collezionisti e appassionati, non vi è alcuna traccia di queste a testimonianza che sia mai stata utilizzata storicamente in Giappone. Ci sono comunque scuole di scherma esistenti che le impiegano. Tuttavia, l'uso storico di armi a "lama rovesciata" è evidente da campioni conservati presso il Museo del Palazzo Reale Deoksu in Corea. Dato che il Giappone una volta invase la Corea, rimane aperta la possibilità che la sakabato sia stata sviluppata sulla base di esempi coreani. Tuttavia, come già detto, non esiste la prova in nessun registro storico, né archeologico attualmente esistente a sostegno di questa teoria. Sono stati trovati invece alcuni Tanto (coltelli) a "lama-rovesciata". Questi sono chiamati kubikiri, a volte tradotto come "taglia testa" o "coltello del dottore". La sakabato è l'arma principale del personaggio Himura Kenshin nel popolare manga Rurouni Kenshin, e come tale è tipicamente raffigurata come l'arma 'pacifista' di coloro che sono disposti ad uccidere solo come ultima risorsa.

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katana contro pistola

Sono pazzi questi americani.

Devono sempre fare le prove più assurde! 🙂

 

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Katana contro spada medievale

solo in inglese purtroppo… 

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LA KATANA

 

Katana – spada giapponese

La katana è la spada classica giapponese, anche se molti giapponesi usano questa parola genericamente per intendere una spada, Katana (o più precisamente uchigatana) si riferisce ad una specifica spada a lama curva e a taglio singolo usata dai samurai.

Veniva usata principalmente per colpire con dei fendenti, nonostante permetta tranquillamente di stoccare, e può essere impugnata ad una o due mani. Quest'ultima diventò la maniera più comune, ma nel Libro dei Cinque Anelli, Musashi Miyamoto raccomanda la tecnica a due spade, e quindi una per mano. Veniva portata con la parte concava della lama verso il basso, in modo da poterla sguainare più velocemente con dei sapienti movimenti.

Katana e Wakizashi
Copyright

L'arma era portata di solito dai membri della classe guerriera insieme al wakizashi, o spada corta. Le due spade insieme erano chiamate daisho, e rappresentavano il potere o classe sociale e l'onore dei samurai, i guerrieri che obbedivano al daimyō (feudatario). In particolare la combinazione daishō era costituita fino al XVII secolo da tachi e tanto, in seguito da katana e wakizashi.

Storia

La produzione di spade in ferro inizia in Giappone alla fine del IV secolo. Le katana cominciano ad apparire intorno alla metà del periodo Muromachi (1392-1573). Nel successivo periodo Momoyama (1573-1614) si realizza un grande sviluppo sia tecnologico che estetico. Con l'epoca Tokugawa (1603-1868) le lame di lunghezza superiore ai 2 shaku (60,6 cm) furono riservate ai samurai e vietate a tutti gli altri cittadini. Dopo la restaurazione imperiale del periodo Meiji (1868-1912), con l'editto Haitorei del 1876, venne dichiarata estinta la casta dei samurai e quindi il portare in pubblico il Daisho, loro simbolo sociale.

Con quest'atto (1876) termina la grande fioritura dell'arte della forgiatura delle spade. La produzione riprende in sordina con l'era Taishō ma ormai solo per preservare le tecniche costruttive che per effettiva necessità. Negli anni della seconda guerra mondiale la produzione raggiunge numeri rilevanti ma la qualità è ben lontana da quella degli anni d'oro. Dal dopoguerra la produzione muta orientamento riprendendo la migliore tradizione. In epoca contemporanea, grazie anche all'impulso di un collezionismo attento e appassionato, in Giappone e all'estero, si ritorna a produrre pezzi di grande pregio. Nel contempo i pezzi creati da grandi maestri del passato, ma anche di quelli contemporanei, raggiungono quotazioni elevatissime.

Da quando l'arte della pratica nell'uso della spada per i suoi scopi originari è diventata obsoleta, il kenjutsu viene sostituito dal gendai budo, moderni stili di combattimento per altrettanto moderni combattenti. L'arte di usare la katana si chiama iaido, battōjutsu o iaijutsu, mentre il kendo è una scherma praticata con la shinai, una spada di bambù, in cui i praticanti sono protetti dal tipico elmetto e dall'armatura tradizionale.

Morfologia

Tsuba
Copyright

La montatura della katana è costituita da impugnatura (tsuka), elsa o guardia (tsuba) e fodero (saya). L'impugnatura in legno era ricoperta di pelle di razza (same), rivestita con una fettuccia di seta intrecciata (tsukaito). Il fodero era realizzato in legno di magnolia laccato. La tsuba, posta tra il manico e la lama per evitare le lesioni alle mani da scivolamenti sulla lama, era metallica, finemente intagliata, spesso un'opera d'arte.

La lama vera e propria invece si divide in codolo (Nakago), corpo della lama e punta (Kissaki). Vista invece dal dorso al tagliente la lama si divide in:
Mune: il dorso della lama. Può essere distinto in vari tipi: Hikushi 'basso', Takashi 'alto', Mitsu 'a tre lati', Hira o Kaku 'piatto', Maru 'arrotondato';
shinogi-ji: il primo dei due piani che formano la guancia della lama, lucidato a specchio. Su di esso di possono trovare profonde incisioni longitudinali, solitamente sul primo terzo della lama, rappresentanti disegni (horimono) o caratteri sanscriti (bonji). Sempre su di esso può essere presente un solco da entrambi i lati (Hi) il cui fine principale è l'alleggerimento ed un ulteriore bilanciamento della lama;
Shinogi: Linea di divisione tra i piani. Nella forma di lama denomitata shinogi-zukuri, dopo il cambio di piano del kissaki determinato dalla linea di yokote, lo shinogi prende il nome di ko-shinogi;
Il secondo dei due piani che formano la guancia della lama (Hira), non lucidato per permettere la struttura della lama (Hada);
Linea di tempra (Hamon)
Parte temprata ed affilata (Ha)

Procedimento costruttivo

La katana veniva forgiata alternando strati di ferro acciaioso, con percentuali variabili di carbonio. L'alternanza di strati di acciaio dolce e acciaio duro le conferiva la massima resistenza e flessibilità. Si partiva da un blocchetto di ferro (tamahagane) che veniva riscaldato e lavorato mediante piegatura e martellatura. Le piegature successive producevano un numero di strati molto elevato: poiché ad ogni piegatura il numero degli strati veniva raddoppiato, con la prima piegatura da 2 strati se ne ottenevano 4, con la seconda 8 e così via. Alla fine della lavorazione, dopo 15 ripiegature, si arrivava a 32.768. Ulteriori ripiegature erano considerate inutili in quanto non miglioravano le caratteristiche finali.

Successivamente veniva definita la forma generale della lama: la lunghezza, la curvatura, la forma della punta (kissaki). Il filo veniva indurito mediante riscaldamento e successivo raffreddamento in acqua (tempra). La lama veniva poi sottoposta ad un lungo procedimento di lucidatura eseguito con pietre abrasive di grana sempre più fine. L'ultima finitura era eseguita manualmente con particolari barrette di acciaio. Tutto il procedimento veniva effettuato in modo da esaltare il più possibile le caratteristiche estetiche della lama.

Il procedimento costruttivo tradizionale viene ancor oggi tramandato di generazione in genenerazione, dal Mastro forgiatore all'Allievo forgiatore. La tecnica di forgiatura prevede generalmenente le seguenti fasi:

1. preparazione dei materiali per la fusione: grande quantità di carbone, ciotola di pezzi di ferro sminuzzato e ciotola di minerale di ferro
1. fusione: in una fornace di piccole dimensioni, all'aperto o nella fucina
2. raccolta del pezzo d'acciaio di fusione in una ciotola apposita
3. trasformazione del pezzo di fusione in un blocco approssimativamente cubico d'acciaio
2. pulizia delle crepe e delle irregolarità:
1. il blocco cubico grezzo viene sottoposto a pulizia
2. viene forgiato e trasformato in un parallelepipedo, contenente ancora molte crepe e sporgenze irregolari
3. viene ulteriormente forgiato e sezionato a metà
4. questo processo viene ripetuto da quattro a otto volte, prima che il pezzo d'acciaio sia pulito e utilizzabile
3. forgiatura:
1. il parallelepipedo d'acciaio viene sottoposto a forgiatura, portandolo al calor rosso e battendolo, piegandolo e ribattendolo decine di volte, come spiegato sopra, fino ad ottenere una stratificazione dell'acciaio, chiamata (in europa) damasco (perché i primi ad aver fatto spade di questo tipo sono stati gli arabi nel Medioevo). Questa stratificazione é necessaria per rendere la lama flessibile ma nel contempo molto dura, addirittura così dura da non intaccarsi nemmeno con fendenti di lama su corazza o su altra spada. L'estrema durezza permette inoltre di affilare un filo molto fine e quindi molto tagliente senza renderlo troppo fragile.
4. forgiatura finale:
1. per ottenere la forma finale della spada, si uniscono due pezzi d'acciaio damascati, formando un'anima interna, un filo e un dorso esterni
5. tempratura:
1. dopo che il dorso è stato parzialmente ricoperto d'argilla la lama viene portata al calor rosso, poi viene immersa in acqua tiepida circa a 37° Centigradi. Questa tempratura differenziata permette di ottenere un dorso più flessibile ed un filo più duro.
6. molatura:
1. sgrezzatura o prima molatura
2. seguono almeno quattro gradi di pulitura usando mole sempre più fini, in Occidente a macchina e in Oriente a mano
3. affilatura finale

A questo punto la lama é finita e si provvede ad immanicarla e a darle un fodero di legno di vari tipi e qualità. Anche qui, é presente tutto un lavoro artigianale specialistico, del quale i punti più importanti sono:

* il mekugi ana un piccolo foro nel corpo (nakago) della spada, nel quale si fissa un piccolo cono di legno, chiamato caviglia (mekugi) che fissa il corpo della spada al manico.
* la fettuccia (tsuka-ito)con la quale si avvolge l'impugnatura, sia per fissare la caviglia, sia per avere una migliore presa che per l'assorbimento del sudore.

Il codolo (nakago), cioè la parte terminale, veniva rifinito con colpi di lima disposti in varie forme a seconda delle scuole e delle epoche.

Il particolare tipo di tempratura "differenziata", tra dorso e filo, produce una linea di colore leggermente diverso sul tagliente, detta Hamon La forma dell'Hamon costituisce un segno identificativo, per un occhio esperto, dell'epoca della lama e dell'autore Mastro fabbro. Riportiamo per esempio alcuni tipi di Hamon, dei quali alcuni chiamati con nomi fantasiosi:

* Ko-midare, dritta frastagliata piccola, tipica dell'era Heian (987-1183)
* Sugu-ha, dritta, tipica dell'era Kamakura (1184-1231)
* Notare-ha, finemente ondulata, Era delle Dinastie Nordiche e Meridionali (1334 -1393)
* Hitatsura, pieno, Era delle Dinastie Nordiche e Meridionali (1334 -1393)
* Midare-ha, non dritta, Era del Periodo di Mezzo Muromachi (dopo il 1467)
* Gonome-ha, ondulata largheggiante come le nuvole, Periodo di Koto (circa 1550)
* Kiku-sui-ha, a fiori di crisantemo che galleggiano sull'acqua, che i francesi chiamano extremement alambiquè, perché è simile ai vapori che si producono nell'alambicco Primo Periodo dell'Era di Edo (1600)
* Sambon-sugi-ha, raffigurante gruppi di tre abeti, ove il centrale è più alto degli altri due, periodo Edo (1688-1704)
* Toran-ha, ondulato come le onde dell'oceano, Periodo Finale di Edo (1822)

La parte di Hamon visibile sulla punta della lama (kissaki) si chiama bōshi.
Vi sono più tipi di bōshi :

* Kaen boshi, a forma di fiamma, Era Hogen (1156-1159)
* Jizo boshi, a forma di testa di prete, Era Hogen (1156-1159)
* Kaeri tsuyoshi boshi, solo sul dorso della punta, rivoltato, Primo Periodo Kamakura (1170-1180)
* Ichimai boshi, area della punta interamente temprata, Periodo Kamakura (1170-1180)
* Yaki zumete boshi, attorno al filo della punta, che termina sul dorso senza Kaeri, Periodo Meiji (1868-1912)
* Mru boshi, a forma di gruppo di persone
* Midare boshi area temprata irregolarmente, Era Hogen (1156-1159)

I primi forgiatori di spada giapponesi erano monaci buddhisti Tendai o monaci di montagna guerrieri chiamati Yamabushi. Avevano conoscenza vastissime per la loro epoca e il luogo in cui vivevano: erano alchimisti, poeti, letterati, invincibili combattenti e forgiatori di lama.
Per loro la costruzione di una lama costituiva una vera e propria pratica ascetica. Erano talmente temuti che venivano considerati fantasmi e nessuno osava disturbarli.

Cura e conservazione della katana

La cura e la conservazione della katana segue le stesse regole generali che si applicano nel rituale del thè o nella calligrafia o nel bonsai o nell'arte di disporre i fiori (Ikebana).

Dopo aver smontato la lama dal Koshirae la si cosparge con una polvere ricavata dall'ultima pietra utilizzata per la politura (Uchigomori) tramite un tamponcino. Successivamente, usando della carta di riso piegata tra pollice ed indice, si rimuove la stessa con un movimento dal nakago al kissaki pinzando la lama con il mune verso la mano. Successivamente con un altro panno leggero (o sempre con carta di riso) imbevuto parzialmente di olio di garofano raffinato si passa di nuovo tutta la lama con lo stesso movimento utilizzato per rimuovere la polvere di uchigomori. La prima operazione rimuove tracce di ossidazione e grasso lasciato dalle dita durante il rinfodero, la seconda operazione invece serve per evitare ossidazioni successive.

In montature utilizzate per l'esposizione si può notare un nodo caratteristico più o meno complesso attorno al kurikata fatto con il sageo.

Etichetta della tecnica di katana

Le tecniche di katana (iaido) essenzialmente sono tecniche di estrazione veloce della spada, da qualunque posizione (seduto, in piedi, ecc.) una persona possa trovarsi ed hanno una loro "etichetta", sia formale che sostanziale.

Fanno parte di una trattazione specialistica e si imparano nella palestra (dojo) di scherma direttamente dal Maestro.

Questo articolo è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto dalla voce diWikipedia: "Samurai"

 

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