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Il ruolo di Uke

Il ruolo di Uke

Ieri sera tornando dalla palestra, come al solito, discutevo piacevolmente con il nostro "Patman" e tra le altre cose si è parlato anche di questo.

Ho trovato una interessante disquisizione sull'argomento, che analizza la situazione sia nell'Aikido che nelle arti marziali giapponesi in generale , che tra le antiche scuole (Ko ryu) ed il Budo moderno (Gendai Budo).

L'articolo è stato scritto da Beno (al secolo Daniele Bevivino) un Italiano che attualmente, beato lui, vive e pratica in Giappone; se volete leggerlo lo trovate sul suo blog Aikiblog oppure direttamente qui.

Buona lettura e, come al solito, buona riflessione.

 

 

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gianni

One thought on “Il ruolo di Uke

patPubblicato in data8:33 pm - Mag 29, 2013

… con quanto esposto nell'articolo. 

Sei riuscito a beccare un post che riassume benissimo l'argomento.

Leggetevelo che merita!

Cito:

"il ruolo di Uke nelle Koryu è nella maggior parte dei casi di lavoro in coppia quello di guida all’esecuzione di una buona tecnica da parte di Tori, e non quello di manichino più o meno abile che permette al praticante esperto di portare una tecnica indipendentemente dall’abilità di chi ha davanti. "

Come ci ripete sempre Sensezio! 🙂

Grande Gianni!

 

osvaldoPubblicato in data8:47 pm - Mag 29, 2013

forse , però  ( e non discuto la verità assoluta  di questo articolo ), ma dato che ultimamente siamo in regime di bolgia, cioè tanta gente nel dojo, diventa difficile approfondire (come meriterebbe ) questo discorso, tra schiamazzi e " aspe…ezio ha messo le mani così….ma non stare fermo reagisci….e lu lì e lu là.  Si finisce per non cercare l'armonia tra ukè e torì, perchè si è intenti a nn cercare di piombarci addosso .

secondo me raggiunto un livello di equilibrio ed esperienza nella pratica bisognerebbe ricercare questo approffondimento con l'attenzione che merita, come diceva Gianni " non devi essere sempre pronto in guardia aspettando che qualcosa accade…"e logicamente Ukè non deve dopo il primo movimento essere vittima della sindrome di "MEDUSA" pietrificato lì. dovremmo trovare degli spazi o dei tempi per lavorare nella quiete e nlla ricerca dell'unione tra ukè e tori. magari una volta che non si và da Filippo ci si ritrova da noi e si studia.

bell'articolo gianni interessantissimo.   ovo

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