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Wakashudo che significa?

 

Significato

Wakashudo noto anche come Shudo significa "la via dei giovani" o più esattamente, "la via dei giovani (waka) uomini (shu). Il "fare" è legato ad una parola cinese "tao", considerata come una disciplina strutturata e insieme di conoscenze, anche come un percorso di risveglio.

Il samurai più anziani nel rapporto Shudo è stato chiamato il nenja mentre il più giovane è il Wakashù.

Origine del Wakashudo

Il primo termine è apparso nel corso del 17 ° secolo. E 'poi seguito nella tradizione giapponese omosessuale dalle relazioni d'amore tra bonzi e loro accoliti conosciuto come chigo. Il presunto fondatore di amore omosessuale in Giappone è Kuka, noto anche come Kobo Daishi. Kuka noi il fondatore della scuola Shingon di pensiero che si dice abbia portato oltre dalla terraferma, insieme con gli insegnamenti del Shingon o gli insegnamenti di amore maschile. Monte Koya è la posizione del monastero di Kobo Daishi serve come sinonimo di amore maschile fino alla fine del periodo premoderno.

Aspetti culturali

La pratica è stata confermata in alta considerazione dunque incoraggiata soprattutto all'interno della classe dei samurai. E 'stato preso come benefiche per i giovani, di insegnargli la virtù, l'onestà e l'apprezzamento della bellezza. Il suo valore era diverso con l'amore delle donne, che è stato condannato per femminilizzanti uomini.

Sostanziale letteratura storica e finzione del periodo lodato la bellezza e il coraggio dei ragazzi fedeli alla Wakashudo. Il moderno storico Jun'ichi Iwata ha stilato un elenco di 457 titoli dei secoli 17 e 18. E 'stato poi considerato come un "corpus di pedagogia erotica".

L'ascesa al potere e l'influenza del ceto mercantile ha visto anche l'adattamento della pratica di Shudo dalle classi medie. L'espressione omoerotica in Giappone, ha iniziato ad essere più strettamente legato ai viaggi attori kabuki conosciuto come Tobiko, "ragazzi volare", che sono stati presi come prostitute.

Nel periodo Edo (1600-1868), attori kabuki, noto come onnagata quando gioca ruoli femminili, spesso lavoravano come prostitute fuori scena. Kagema erano prostitute di sesso maschile che ha lavorato presso bordelli specialista chiamato "kagemajaya". Entrambi gli attori kagema e kabuki erano molto richieste dai sofisti del giorno, che spesso praticato danshoku / nanshoku, o l'amore maschile.

Il rapido declino della omoerotica sanzionato praticato durante la fine del 1800 è successo alla partenza del restauro Mejii e la crescita dell'influenza occidentale.

 

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i 7 principi del Bushido

 

I sette principi del Bushidō


 , Gi: Onestà e Giustizia 
Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

 , Yu: Eroico Coraggio 
Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.

 , Jin: Compassione 
L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il
 bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una.

 , Rei: Gentile Cortesia 
I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.

 , Makoto o , Shin: Completa Sincerità 
Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di "dare la parola" né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.

名誉 , Meiyo: Onore 
Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di c
iò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.

忠義 , Chugi: Dovere e Lealtà 
Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.

BUSHIDO IL CREDO DEL GUERRIERO

Non ho genitori;il Cielo e la Terra sono i miei genitori. 
Non ho dimora;il Tan T’ien(sede del Ki)è la mia dimora. 
Non ho potere divino;la Sincerità è il mio potere divino. 
Non ho mezzi;l’Obbedienza è il mio mezzo. 
Non ho potere magico;la Forza Interiore è il mio potere magico. 
Non ho né vita né morte;l’Aum (l’eterno) è la mia Vita e la mia Morte. 

Non ho corpo;l’Impassibilità è il mio corpo. 
Non ho occhi;i miei occhi sono il Lampo. 
Non ho orecchie;le mie orecchie sono la Sensibilità. 
Non ho membra;le mie membra sono la Prontezza. 
Non ho leggi;l’Autodifesa è la mia legge. 

Non ho strategia;Diritto di uccidere e Diritto di ridare la vita sono la mia strategia. 
Non ho progetti;Cogliere al volo l’Occasione è il mio progetto. 
Non ho miracoli;le Leggi giuste sono i miei miracoli. 
Non ho principi;l’Adattabilità ad ogni situazione è il mio principio. 
Non ho tattiche;Vuoto e Pienezza sono la mia tattica. 

Non ho talento;lo Spirito Pronto (intuito) è il mio talento. 
Non ho amici;la Mente è mia amica. 
Non ho nemici;l’Imprudenza è il mio nemico. 
Non ho armatura;la Benevolenza è la mia armatura. 
Non ho castello;la Mente Impassibile è il mio castello. 
Non ho spada;No-Mente è la mia spada.

Yoroi: armatura

O-Yoroi: armatura da Daimyo,caratterizzata da una presenza maggiore di lacci in seta

 

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l’armatura

 

LE ARMI E GLI EQUIPAGGIAMENTI DI UN BUSHI (guerriero)

FUNDOSHI perizoma, generalmente di lino o cotone sbiancato e foderato in inverno.
SHITAGI camicia molto simile al kimono ma di taglio molto più aderente.
OBI cintura destinata a fissare lo shitagi, girata due volte intorno alla vita ed annodata sul davanti.
YOROI HITATARE v
este di grande pregio, spesso decorata con grande maestria da abili artigiani.
KOSHI-ITA calzon
i di tipo cerimoniale a spacchi laterali, in battaglia probabilmente sostituiti dagli kobakama, più corti e aderenti, generalmente destinati ai bushi di rango inferiore.
KAWA-TABI calzini di
 pelle, con la caratteristica cucitura che separa l’alluce, (di stoffa MOBIEN-TABI).
HADAKI gambali di
 cotone o lino legati alla parte interna del polpaccio.
TSURANUKI stivali fo
derati in cotone pesante o seta, le suole sono in cuoio rigido.
WARAJI sandali costru
iti con vari materiali, si usavano nelle campagne estive.
SUNE-ATE schinieri di lam
ina metallica laccata o cuoio laccato cuciti su tessuto imbottito.
ABUMI ZURE banda in cuoio e
 fissata nella parte inerna dello schiniero, atta a proteggere il polpaccio dallo sfregamento contro sella e staffe.
HIZA-YOROI KAKUZURI 
coppa metallica con funzione di protezione delle ginocchia.
HAIDATE grembiule diviso nel mezzo a protezione delle gambe, poco usato per via dell’intralcio notevole al movimento.
ITA-HAIDATE cosciale di foggia
 più europea, costituito da lamine curve cucite su tessuto.
KUSAZURI-KYAHAN gambale di maglia metallica, cucito su stoffa imbottita, usato per lo più da fanti o bushi di rango inferiore.
YUGAKE guanti di pelle morbidissima.
KOTE-TEGAI manica di stoffa corazzata da maglia metallica o piastre metalliche.
KAMURI-ITA piastra metallica a protezione della spalla, veniva fissata al petto e alla manica corazzata con due corde di seta intrecciata.
GAKU-NO-ITA piastra metallica a protezione del braccio, fissata con maglia metallica alla manica.
HIJ-GAME cubitiera a protezione del gomito, cucita sulla manica.
IKADA lamine metalliche longitudinali a protezione dell’avanbraccio, poteva essere anche un solo pezzo.
TETSU-GAI piastra modellata a coprire il dorso della mano, comprendeva 4 anelli metallici in cui si infilano le dita, più anticamente comprendeva anche della maglia metallica, poi abbandonata.
TOMI-NAGAKOTE collare di pelle o maglia metallica, arrivava solo fino ai pettorali, era collegato alle maniche corazzate.
WAKI-BIKI lembi di maglia metallica atti a chiudere le fessure tra il do e le maniche corazzate, venivano fissate con botan-gate (bottoni), ganci (kohaze-gake), o corde (himo-tsuki).
DO’ corpo centrale della corazza costituito da lamine metalliche laccate, generalmente di colore nero, marrone, ruggine o rosso, e unite tra loro tramite allacciature con cordicelle di seta colorata (odoshi-ge) o cuoio; la particolarità dell’allacciatura era quella di formare un disegno o una scala di colori, che donava al DO’ un’aspetto splendido.
HARA-ATE corazza in due pezzi sullo stile delle armature europee, ebbe una scarsa diffusione almeno fino al XV secolo, si pensa che la sua introduzione sia dovuta ai contatti con i mercati portoghesi.
HARAMAKI-DO do aperto sul dorso, in alcuni casi chiuso da una piastra aggiuntiva, denominata la piastra del codardo.
DO’- MARU do allacciato sui lati.
KARA-ATE bretelle imbottite e ricoperte di cuoio, usate per sostenere il do.
SODE spallacci di lamina allacciata come il do’, servivano a proteggere le braccia e le spalle, con lo O-YOROI, erano di forma squadrata e molto ampia, con il DO-MARU, diventavano più curvi e corti, i primi venivano fissati tramite lacci di seta colorata alla schiena (agemaki), i secondi si allacciavano direttamente alla manica corazzata.
HATO-O-NO-HITA piastra legata alla schiena e pendente sul davanti a chiudere il varco tra il do’ e le braccia (sinistra)
SENDAM-NO-ITA idem ma destra.
KOSHIATE reggispade di varia foggia e forma.
WAZIKASHI spada corta.
TACHI spada lunga, in ambedue i casi sono nomi propri di quella che noi occidentali definiamo katana.
NO-DACHI katana di dimensioni e peso notevolissimi, solitamente portata dietro la schiena.
NODOWA gorgiera in lamine metalliche allacciate con lo stile odoshi-ge, veniva allacciato con cordicelle al collo.
HACHI coppo dell’elmo, costituito in genere dalle otto alle sedici lamine troncate in cima e unite a mezzo rivettatura.
HOSHI-KUMO lamine parallele al coppo a rinforzo della parte frontale.
TATAMI-KABUTO elmo composto da cechi di lamine unite per allacciature e quindi pieghevole, non usato in battaglia.
HARAIDATE sostegno per cimiero.
MAEDATE cimiero, di varie foggie e materiali.
SHIKORO paranuca, composto da tre a un massimo di sette lamine metalliche laccate e unite con cordicelle di seta, il numero delle lamine metalliche, definiva la tipologia dell’elmo, il sammai-kabuto tre lamine, il gomai-kabuto cinque lamine, l’interno era generalmente laccato di rosso vivo, il tutto era fissato allo haci con rivetti.
FUKIGAESHI formati con il prolungamento di una delle lamine dello shikoro, o con il lembo prolungato dello haci, serviva a deviare i fendenti alle spalle o al viso.
UCHI-BARI sotto elmo formato da cordicelle di pelle a scopo sospensivo.
HACHI-MAKI fascia di seta generalmente bianca portata annodata sulla fronte o sulla nuca, il suo scopo era di impedire al sudore di colare negli occhi durante il combattimento.
MEMPO maschera prottettiva del viso in vari materiali, modellata con sembianze demoniache, aveva lo scopo di terrorizzare il nemico, saldamente collegata all’elmo, aveva la duplice funzione di proteggere il viso, e di rendere l’elmo ben saldo in testa.
GUSOKU-BITSU cassa per custodire l’armatura e l’elmo.

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LA KATANA

 

Katana – spada giapponese

La katana è la spada classica giapponese, anche se molti giapponesi usano questa parola genericamente per intendere una spada, Katana (o più precisamente uchigatana) si riferisce ad una specifica spada a lama curva e a taglio singolo usata dai samurai.

Veniva usata principalmente per colpire con dei fendenti, nonostante permetta tranquillamente di stoccare, e può essere impugnata ad una o due mani. Quest'ultima diventò la maniera più comune, ma nel Libro dei Cinque Anelli, Musashi Miyamoto raccomanda la tecnica a due spade, e quindi una per mano. Veniva portata con la parte concava della lama verso il basso, in modo da poterla sguainare più velocemente con dei sapienti movimenti.

Katana e Wakizashi
Copyright

L'arma era portata di solito dai membri della classe guerriera insieme al wakizashi, o spada corta. Le due spade insieme erano chiamate daisho, e rappresentavano il potere o classe sociale e l'onore dei samurai, i guerrieri che obbedivano al daimyō (feudatario). In particolare la combinazione daishō era costituita fino al XVII secolo da tachi e tanto, in seguito da katana e wakizashi.

Storia

La produzione di spade in ferro inizia in Giappone alla fine del IV secolo. Le katana cominciano ad apparire intorno alla metà del periodo Muromachi (1392-1573). Nel successivo periodo Momoyama (1573-1614) si realizza un grande sviluppo sia tecnologico che estetico. Con l'epoca Tokugawa (1603-1868) le lame di lunghezza superiore ai 2 shaku (60,6 cm) furono riservate ai samurai e vietate a tutti gli altri cittadini. Dopo la restaurazione imperiale del periodo Meiji (1868-1912), con l'editto Haitorei del 1876, venne dichiarata estinta la casta dei samurai e quindi il portare in pubblico il Daisho, loro simbolo sociale.

Con quest'atto (1876) termina la grande fioritura dell'arte della forgiatura delle spade. La produzione riprende in sordina con l'era Taishō ma ormai solo per preservare le tecniche costruttive che per effettiva necessità. Negli anni della seconda guerra mondiale la produzione raggiunge numeri rilevanti ma la qualità è ben lontana da quella degli anni d'oro. Dal dopoguerra la produzione muta orientamento riprendendo la migliore tradizione. In epoca contemporanea, grazie anche all'impulso di un collezionismo attento e appassionato, in Giappone e all'estero, si ritorna a produrre pezzi di grande pregio. Nel contempo i pezzi creati da grandi maestri del passato, ma anche di quelli contemporanei, raggiungono quotazioni elevatissime.

Da quando l'arte della pratica nell'uso della spada per i suoi scopi originari è diventata obsoleta, il kenjutsu viene sostituito dal gendai budo, moderni stili di combattimento per altrettanto moderni combattenti. L'arte di usare la katana si chiama iaido, battōjutsu o iaijutsu, mentre il kendo è una scherma praticata con la shinai, una spada di bambù, in cui i praticanti sono protetti dal tipico elmetto e dall'armatura tradizionale.

Morfologia

Tsuba
Copyright

La montatura della katana è costituita da impugnatura (tsuka), elsa o guardia (tsuba) e fodero (saya). L'impugnatura in legno era ricoperta di pelle di razza (same), rivestita con una fettuccia di seta intrecciata (tsukaito). Il fodero era realizzato in legno di magnolia laccato. La tsuba, posta tra il manico e la lama per evitare le lesioni alle mani da scivolamenti sulla lama, era metallica, finemente intagliata, spesso un'opera d'arte.

La lama vera e propria invece si divide in codolo (Nakago), corpo della lama e punta (Kissaki). Vista invece dal dorso al tagliente la lama si divide in:
Mune: il dorso della lama. Può essere distinto in vari tipi: Hikushi 'basso', Takashi 'alto', Mitsu 'a tre lati', Hira o Kaku 'piatto', Maru 'arrotondato';
shinogi-ji: il primo dei due piani che formano la guancia della lama, lucidato a specchio. Su di esso di possono trovare profonde incisioni longitudinali, solitamente sul primo terzo della lama, rappresentanti disegni (horimono) o caratteri sanscriti (bonji). Sempre su di esso può essere presente un solco da entrambi i lati (Hi) il cui fine principale è l'alleggerimento ed un ulteriore bilanciamento della lama;
Shinogi: Linea di divisione tra i piani. Nella forma di lama denomitata shinogi-zukuri, dopo il cambio di piano del kissaki determinato dalla linea di yokote, lo shinogi prende il nome di ko-shinogi;
Il secondo dei due piani che formano la guancia della lama (Hira), non lucidato per permettere la struttura della lama (Hada);
Linea di tempra (Hamon)
Parte temprata ed affilata (Ha)

Procedimento costruttivo

La katana veniva forgiata alternando strati di ferro acciaioso, con percentuali variabili di carbonio. L'alternanza di strati di acciaio dolce e acciaio duro le conferiva la massima resistenza e flessibilità. Si partiva da un blocchetto di ferro (tamahagane) che veniva riscaldato e lavorato mediante piegatura e martellatura. Le piegature successive producevano un numero di strati molto elevato: poiché ad ogni piegatura il numero degli strati veniva raddoppiato, con la prima piegatura da 2 strati se ne ottenevano 4, con la seconda 8 e così via. Alla fine della lavorazione, dopo 15 ripiegature, si arrivava a 32.768. Ulteriori ripiegature erano considerate inutili in quanto non miglioravano le caratteristiche finali.

Successivamente veniva definita la forma generale della lama: la lunghezza, la curvatura, la forma della punta (kissaki). Il filo veniva indurito mediante riscaldamento e successivo raffreddamento in acqua (tempra). La lama veniva poi sottoposta ad un lungo procedimento di lucidatura eseguito con pietre abrasive di grana sempre più fine. L'ultima finitura era eseguita manualmente con particolari barrette di acciaio. Tutto il procedimento veniva effettuato in modo da esaltare il più possibile le caratteristiche estetiche della lama.

Il procedimento costruttivo tradizionale viene ancor oggi tramandato di generazione in genenerazione, dal Mastro forgiatore all'Allievo forgiatore. La tecnica di forgiatura prevede generalmenente le seguenti fasi:

1. preparazione dei materiali per la fusione: grande quantità di carbone, ciotola di pezzi di ferro sminuzzato e ciotola di minerale di ferro
1. fusione: in una fornace di piccole dimensioni, all'aperto o nella fucina
2. raccolta del pezzo d'acciaio di fusione in una ciotola apposita
3. trasformazione del pezzo di fusione in un blocco approssimativamente cubico d'acciaio
2. pulizia delle crepe e delle irregolarità:
1. il blocco cubico grezzo viene sottoposto a pulizia
2. viene forgiato e trasformato in un parallelepipedo, contenente ancora molte crepe e sporgenze irregolari
3. viene ulteriormente forgiato e sezionato a metà
4. questo processo viene ripetuto da quattro a otto volte, prima che il pezzo d'acciaio sia pulito e utilizzabile
3. forgiatura:
1. il parallelepipedo d'acciaio viene sottoposto a forgiatura, portandolo al calor rosso e battendolo, piegandolo e ribattendolo decine di volte, come spiegato sopra, fino ad ottenere una stratificazione dell'acciaio, chiamata (in europa) damasco (perché i primi ad aver fatto spade di questo tipo sono stati gli arabi nel Medioevo). Questa stratificazione é necessaria per rendere la lama flessibile ma nel contempo molto dura, addirittura così dura da non intaccarsi nemmeno con fendenti di lama su corazza o su altra spada. L'estrema durezza permette inoltre di affilare un filo molto fine e quindi molto tagliente senza renderlo troppo fragile.
4. forgiatura finale:
1. per ottenere la forma finale della spada, si uniscono due pezzi d'acciaio damascati, formando un'anima interna, un filo e un dorso esterni
5. tempratura:
1. dopo che il dorso è stato parzialmente ricoperto d'argilla la lama viene portata al calor rosso, poi viene immersa in acqua tiepida circa a 37° Centigradi. Questa tempratura differenziata permette di ottenere un dorso più flessibile ed un filo più duro.
6. molatura:
1. sgrezzatura o prima molatura
2. seguono almeno quattro gradi di pulitura usando mole sempre più fini, in Occidente a macchina e in Oriente a mano
3. affilatura finale

A questo punto la lama é finita e si provvede ad immanicarla e a darle un fodero di legno di vari tipi e qualità. Anche qui, é presente tutto un lavoro artigianale specialistico, del quale i punti più importanti sono:

* il mekugi ana un piccolo foro nel corpo (nakago) della spada, nel quale si fissa un piccolo cono di legno, chiamato caviglia (mekugi) che fissa il corpo della spada al manico.
* la fettuccia (tsuka-ito)con la quale si avvolge l'impugnatura, sia per fissare la caviglia, sia per avere una migliore presa che per l'assorbimento del sudore.

Il codolo (nakago), cioè la parte terminale, veniva rifinito con colpi di lima disposti in varie forme a seconda delle scuole e delle epoche.

Il particolare tipo di tempratura "differenziata", tra dorso e filo, produce una linea di colore leggermente diverso sul tagliente, detta Hamon La forma dell'Hamon costituisce un segno identificativo, per un occhio esperto, dell'epoca della lama e dell'autore Mastro fabbro. Riportiamo per esempio alcuni tipi di Hamon, dei quali alcuni chiamati con nomi fantasiosi:

* Ko-midare, dritta frastagliata piccola, tipica dell'era Heian (987-1183)
* Sugu-ha, dritta, tipica dell'era Kamakura (1184-1231)
* Notare-ha, finemente ondulata, Era delle Dinastie Nordiche e Meridionali (1334 -1393)
* Hitatsura, pieno, Era delle Dinastie Nordiche e Meridionali (1334 -1393)
* Midare-ha, non dritta, Era del Periodo di Mezzo Muromachi (dopo il 1467)
* Gonome-ha, ondulata largheggiante come le nuvole, Periodo di Koto (circa 1550)
* Kiku-sui-ha, a fiori di crisantemo che galleggiano sull'acqua, che i francesi chiamano extremement alambiquè, perché è simile ai vapori che si producono nell'alambicco Primo Periodo dell'Era di Edo (1600)
* Sambon-sugi-ha, raffigurante gruppi di tre abeti, ove il centrale è più alto degli altri due, periodo Edo (1688-1704)
* Toran-ha, ondulato come le onde dell'oceano, Periodo Finale di Edo (1822)

La parte di Hamon visibile sulla punta della lama (kissaki) si chiama bōshi.
Vi sono più tipi di bōshi :

* Kaen boshi, a forma di fiamma, Era Hogen (1156-1159)
* Jizo boshi, a forma di testa di prete, Era Hogen (1156-1159)
* Kaeri tsuyoshi boshi, solo sul dorso della punta, rivoltato, Primo Periodo Kamakura (1170-1180)
* Ichimai boshi, area della punta interamente temprata, Periodo Kamakura (1170-1180)
* Yaki zumete boshi, attorno al filo della punta, che termina sul dorso senza Kaeri, Periodo Meiji (1868-1912)
* Mru boshi, a forma di gruppo di persone
* Midare boshi area temprata irregolarmente, Era Hogen (1156-1159)

I primi forgiatori di spada giapponesi erano monaci buddhisti Tendai o monaci di montagna guerrieri chiamati Yamabushi. Avevano conoscenza vastissime per la loro epoca e il luogo in cui vivevano: erano alchimisti, poeti, letterati, invincibili combattenti e forgiatori di lama.
Per loro la costruzione di una lama costituiva una vera e propria pratica ascetica. Erano talmente temuti che venivano considerati fantasmi e nessuno osava disturbarli.

Cura e conservazione della katana

La cura e la conservazione della katana segue le stesse regole generali che si applicano nel rituale del thè o nella calligrafia o nel bonsai o nell'arte di disporre i fiori (Ikebana).

Dopo aver smontato la lama dal Koshirae la si cosparge con una polvere ricavata dall'ultima pietra utilizzata per la politura (Uchigomori) tramite un tamponcino. Successivamente, usando della carta di riso piegata tra pollice ed indice, si rimuove la stessa con un movimento dal nakago al kissaki pinzando la lama con il mune verso la mano. Successivamente con un altro panno leggero (o sempre con carta di riso) imbevuto parzialmente di olio di garofano raffinato si passa di nuovo tutta la lama con lo stesso movimento utilizzato per rimuovere la polvere di uchigomori. La prima operazione rimuove tracce di ossidazione e grasso lasciato dalle dita durante il rinfodero, la seconda operazione invece serve per evitare ossidazioni successive.

In montature utilizzate per l'esposizione si può notare un nodo caratteristico più o meno complesso attorno al kurikata fatto con il sageo.

Etichetta della tecnica di katana

Le tecniche di katana (iaido) essenzialmente sono tecniche di estrazione veloce della spada, da qualunque posizione (seduto, in piedi, ecc.) una persona possa trovarsi ed hanno una loro "etichetta", sia formale che sostanziale.

Fanno parte di una trattazione specialistica e si imparano nella palestra (dojo) di scherma direttamente dal Maestro.

Questo articolo è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto dalla voce diWikipedia: "Samurai"

 

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il film più bello?

Akira Kurosawa, ha compiuto l'opera più bella con questo film, o ci sono film più belli sui Samurai?che pensate?

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